Francesco Redi, lo scienziato

Cantò il vino di Carmignano

Scriveva il poeta del vino di Carmignano, che poi fu anche scienziato, medico, biologo e naturalista alla corte dei Medici per trent’anni: “Del buon Chianti il vin decrepito/ maestoso/ imperioso/ mi passeggia dentro il core,/ e ne scaccia senza strepito/ ogni affanno, e ogni dolore;/ ma se giara io prendo in mano/ di brillante Carmignano,/ così grato in sen mi piove,/ ch’ambrosia e nettar non invidio a Giove./ Or questo, che stillò all’uve brune/ di vigne sassosissime toscane/ bevi, Arianna, e tien da lui lontane/ le chiomazzurre Naiadi importune;/ che saria/ gran follia/ e bruttissimo peccato/ bevere il Carmignan quando è innacquato”.

Così si esprimeva Francesco Redi nel Seicento, e aggiungeva: “Benedetto/ quel Claretto/ che si spilla in Avignone,/ questo vasto bellicone/ io ne verso entro ‘l mio petto;/ ma di quel, che sì puretto/ si vendemmia in Artimino,/ vò trincarne più d’un tino;/ ed in sì dolce e nobile lavacro,/ mentre il polmon mio tutto s’abbevera,/ Arianna, mio nume, a te consacro/ il tino, il fiasco, il botticin, la pevera”.

Sono i versi, noti e famosi, che esaltano i vini di Carmignano, tratti dal celebre ditirambo (1) “Bacco in Toscana”: versi che si devono appunto alla penna e alla fantasia del medico, biologo e naturalista che per oltre tre decenni fu in servizio alla corte medicea, come archiatra di Ferdinando II prima – ovvero il medico più importante della corte, adibito alla cura personale del sovrano e della sua famiglia – e di Cosimo III poi. Oltre ad esercitare la professione medica e la ricerca scientifica, il Redi si dilettò infatti di poesia, e ai vini della sua regione dedicò una delle più belle composizioni che si conoscano in materia.

Uomo di profonda intelligenza, dotato di uno spirito arguto e di un acuto senso di osservazione, Redi può essere considerato il fondatore della biologia sperimentale e il padre della parassitologia moderna. Si dedicò inoltre allo studio delle lingue e della filologia, insegnò l’idioma toscano nello Studio Fiorentino(2), fece parte dell’Accademia della Crusca(3) e promosse la nascita dell’Accademia del Cimento(4).

Francesco Redi nacque ad Arezzo il 18 febbraio del 1626 dal medico Gregorio Redi e da Cecilia de’ Ghinci, primo di quattro fratelli e quattro sorelle. Nel 1639 insieme alla famiglia si traferì a Prato e nel 1642 a Firenze. Nella città granducale studiò Grammatica e Retorica, successivamente si spostò a Pisa, dove nel 1467 si laureò in Filosofia e Medicina. Rientrato a Firenze, nel 1468 ottenne la licenza per l’esercizio della professione e si iscrisse all’Arte dei medici e degli speziali, dopodiché si applicò allo studio del disegno sotto la guida di Remigio Cantagallina.

In occasione del Giubileo, nel 1650 si recò a Roma, e in seguito visitò Napoli, Bologna, Padova e Venezia. Nella città capitolina soggiornò più volte, fu precettore presso i Colonna, frequentò la Biblioteca Vaticana, fece incetta di codici antichi e libri rari. Nel corso di questi viaggi approfondì la propria preparazione culturale e la conoscenza delle lingue sia antiche che moderne: oltre al greco, al latino e ovviamente all’italiano padroneggiava con disinvoltura il francese, il tedesco, l’inglese, lo spagnolo, il portoghese e l’arabo.

Alla fine del 1654 fece ritorno a Firenze. Forte delle proprie esperienze culturali, ed avvalendosi della posizione del padre, protomedico presso la famiglia dei Medici, iniziò a frequentare la corte granducale e i più importanti circoli accademici della città. Nel 1655 venne ammesso all’Accademia della Crusca, nel 1657 fu tra i fondatori dell’Accademia del Cimento, nel 1665 venne nominato lettore di lingua toscana presso lo Studio Fiorentino, nel 1666 Ferdinando II lo designò archiatra granducale e gli assegnò la direzione della Spezieria e della Fonderia, laboratori officinali dove venivano preparati farmaci e profumi apprezzati e commerciati in tutta Europa. Alla morte di Ferdinando, nel 1670, tutti gli incarichi gli furono confermati dal figlio Cosimo III. (Barbara Prosperi – fine prima parte)

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Note
1. Componimento poetico che esalta l’ebbrezza data dal vino ed esprime la gioia di vivere.
2. Lo Studio Fiorentino era l’antica Università degli Studi di Firenze.
3. L’Accademia della Crusca, formatasi a Firenze nel 1585, è l’istituzione linguistica più antica del mondo e la più prestigiosa d’Italia. Tra i suoi fondatori si ricordano Giovan Battista Deti detto il Sollo, Anton Francesco Grazzini detto il Lasca, Bastiano de’ Rossi detto l’Inferigno, Bernardo Canigiani detto il Gramolato, Bernardo Zanchini detto il Macerato, Lionardo Salviati detto l’Infarinato. Nei suoi oltre quattro secoli di attività l’Accademia si è sempre distinta – anche attraverso la compilazione del celebre Vocabolario – per il tenace impegno a conservare la purezza della lingua italiana, separando le parti buone dell’idioma (paragonate alla farina) dalle parti cattive (paragonate alla crusca), da cui il nome dell’istituzione.
4. L’Accademia del Cimento (ovverosia dell’esperimento), nata a Firenze nel 1657, è stata la prima associazione scientifica ad utilizzare il metodo sperimentale galileiano. Patrocinata da Leopoldo de’ Medici, annoverò tra i suoi membri Evangelista Torricelli, Vincenzo Viviani, Lorenzo Malagotti, Francesco Redi. Al suo interno vennero eseguiti ricerche ed esperimenti di matematica, fisica, astronomia ecc.

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