Bio in Italia, tutto nacque così

Una conferenza su Girolomoni

Mercoledì 7 giugno alle ore 21 presso la sala polivalente della Misericordia di Carmignano il gruppo d’Incontri Il Campano, in collaborazione con il Biodistretto del Montalbano e l’Associazione Turistica Pro Loco di Carmignano, con il patrocinio del Comune di Carmignano, presenterà la conferenza “Rianimare la terra. La storia di Gino Girolomoni, padre del biologico in Italia”. Presiederà Daniela Nucci, coordinatrice del Gruppo d’Incontri Il Campano, porteranno i loro saluti Rosalba Luzzi, del Biodistretto del Montalbano, e Carlo Attucci, presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco di Carmignano, mentre svilupperanno il tema della serata Massimo Orlandi, giornalista e scrittore, autore del libro “La terra è la mia preghiera”, dedicato all’esperienza di Girolomoni, e Giannozzo Pucci, editore e scrittore, uno dei fondatori del movimento ecologista in Italia.
L’iniziativa è stata intesa dagli organizzatori come un’occasione per avvicinare il grande pubblico al tema dell’agricoltura biologica, raccontando la storia di colui che ne è stato il precursore assoluto in tempi in cui erano pochissimi a conoscere il significato del termine.
Gino Girolomoni nasce a Isola del Piano, un piccolo centro a vocazione agricola situato nella campagna urbinate, il 13 agosto del 1946 da una famiglia di contadini. L’infanzia e l’adolescenza di Gino sono segnate in maniera drammatica dalla morte della madre, dai problemi di salute del padre, dalle difficoltà economiche, tuttavia nonostante l’indigenza, la fatica, la solitudine sperimentate in alcuni momenti particolarmente critici della propria esistenza il ragazzo trova consolazione in più di un frangente nella solidarietà espressa dai parenti, nei valori propri della civiltà rurale, nella religiosità trasmessagli dal nonno Tullio. Dopo aver terminato gli studi tecnici, Girolomoni rinuncia all’idea di trovare un impiego in una fabbrica o in un ufficio di una vicina città e prende la decisione di rimanere in campagna per dedicarsi all’agricoltura con l’intento di dimostrare che la pratica contadina può costituire una solida prospettiva di vita per molti suoi giovani conterranei.
All’inizio degli anni Settanta viene eletto sindaco del suo paese, si sposa, e si trasferisce nell’antico monastero di Montebello, ormai ridotto ad un rudere, con l’obiettivo di recuperare l’antica struttura e, insieme ad essa, le fondamenta sociali e culturali del mondo rurale. Il suo sogno è quello di ridare slancio all’agricoltura mettendo in atto un tipo di produzione rispettosa nei confronti dell’ambiente, dell’uomo e dei valori rappresentati dalla tradizione, dall’etica e dalla religione. Affiancato dalla moglie Tullia si getta nel progetto con tenacia, energia e fantasia. La sua grande capacità di instaurare rapporti umani nel frattempo lo porta a stringere relazioni profonde con intellettuali, esponenti del mondo economico, politico, sociale, religioso, imprenditori agricoli, semplici contadini. Tra le tante personalità che frequentano la sua abitazione, rendendo la tenuta di Montebello un vivace centro culturale, Emmanuel Anati, Carlo Bo, Massimo Cacciari, Guido Ceronetti, Giorgio Fornoni, Ivan Illich, Vittorio Messori, Pier Paolo Pasolini, Sergio Quinzio, Piero Stefani, Gianni Tamino, Paolo Volponi.
Nel 1977 fonda la Cooperativa “Alce Nero”, ispirata al leggendario sciamano del popolo Sioux, la prima cooperativa agricola biologica in Italia, che oggi porta il nome di “Cooperativa Agricola Gino Girolomoni” in onore del suo fondatore. Paradossalmente per molti anni l’imprenditore incontra non pochi ostacoli nel suo lavoro: i prodotti realizzati dalla sua azienda vengono regolarmente sottoposti a sequestro perché la normativa nazionale non ha ancora regolamentato la produzione del biologico, e la pasta integrale per fare un esempio viene considerata fuori legge, tuttavia le numerose difficoltà non riescono a fermare Gino, che continua ad inseguire e a mettere in pratica i suoi ideali fino alla morte avvenuta a Fossombrone il 12 marzo del 2012. Attualmente la cooperativa che gli è stata intitolata viene gestita dai figli, che confezionano e commerciano prodotti biologici di alta qualità sia in Italia che all’estero con un fatturato che cresce di anno in anno, e il monastero di Montebello, completamente ristrutturato, oltre che dell’azienda è sede di un florido agriturismo e importante punto di ritrovo per le tante persone che vengono attirate dal carisma e dal sogno diventato realtà di Girolomoni. (Barbara Prosperi)
Clicca qui per guardare il filmato “La terra è la mia preghiera” di Massimo Orlandi

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