Assolutamente da vedere e da non perdere. Varchi la soglia e ti sembra di essere non in Italia ma in uno di quei piccoli, a volte minuscoli, musei che punteggiano la Normandia, con gavette, baionette, proiettili, divise ed altri ricordi delle sanguinose battaglie della Seconda Guerra Mondiale. In Francia ce ne sono tanti. Qualcosa di simile dal 2011 esiste anche a Carmignano. Non è ufficialmente un museo: sulla carta è una mostra permanente. Ma nella sostanza un museo lo è, eccome.

Uno stanzone intero, tra reperti trovati e donati, tutti accuratamente catalogati, dove campeggia al centro una radio di un vecchio bombardiere e ai lati schede, documenti, foto dell’ex dinanimitificio Nobel dove tra Signa e Comeana lavoravano a migliaia, lungo le ultime anse dell’Ombrone, divise, armi arrugginite, kit di sopravvivenza e proiettili senza carica. C’è anche un angolo con libri e riviste da leggere.

La mostra è aperta tutti le seconde domeniche del mese in via Macia n.3, di fianco al circolo Arci di Comeana. L’ingresso è gratuito. Su prenotazione sono ben accette anche le visite scolastiche.

A metterla insieme, con tanta passione (ma anche abilità) sono stati dieci amici che due anni fa, nel 2010, hanno dato vita all’associazione “Frammenti di memoria”.

La loro passione è quella di girare per biblioteche e nei boschi, dove un tempo si sono susseguite le varie linee del fronte, in cerca di documenti, elmetti, piastrine, gavette ed altri oggetti lasciati dai soldati tedeschi ed alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Per anni hanno accumulato in casa ogni cosa: poi l’idea di crearci una mostra permanente. Con un obiettivo ben determinato: quello di far sì di non dimenticare, sperando in questo modo che certi bagni di sangue non si ripetano più. (w.f.)

Per approfondire:
L’associazione “Frammenti di memoria” su facebook. Clicca qui

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