Si inaugura la mostra sul Pontormo

A Firenze e poi in America

Prende il via martedì 8 maggio alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti la mostra itinerante “Incontri miracolosi. Pontormo dal disegno alla pittura“, che da qui al prossimo anno porterà la “Visitazione” di Carmignano a toccare le città di New York e Los Angeles per poi fare ritorno nella chiesa di San Michele. Il progetto scientifico alla base della rassegna è stato presentato in anteprima assoluta mercoledì 2 maggio presso la parrocchia di Carmignano dal professor Bruce Edelstein, docente di Storia dell’arte della New York University e curatore dell’esposizione insieme a David Gasparotto, che ha illustrato al pubblico i risultati emersi dalle ricerche condotte negli ultimi mesi sul quadro del Pontormo, che approfondiscono o gettano nuova luce su alcuni aspetti specifici riguardanti il dipinto, dalla committenza alla provenienza, dall’iconografia all’interpretazione, come è stato anticipato al microfono della Pro Loco prima dell’inizio della conferenza (guarda in calce all’articolo il video con la dichiarazione del professor Edelstein).

Nel corso della sua relazione tra le altre cose Edelstein ha confermato la committenza della pala da parte dei Pinadori, famiglia fiorentina che possedeva dei terreni ed una villa a Carmignano ed aveva inoltre il patronato di uno degli altari della chiesa – quello sul quale da alcuni secoli è custodita appunto la “Visitazione” –, tuttavia ha anche asserito che a suo avviso l’opera non venne ordinata né per la pieve né per la villa, ma che in origine fu pensata per una chiesa di Firenze dove presumibilmente non trovò mai la propria collocazione a causa dei drammatici avvenimenti legati all’assedio della città, quando proprio negli anni in cui venne eseguito il dipinto (1528-1530) diversi edifici religiosi furono abbattuti per fare spazio a strutture di tipo difensivo. Venuto meno il luogo prescelto in un primo momento, la tavola fu probabilmente trasferita a Carmignano nella cappella della villa prima e nella pieve poi, come sembrano suggerire anche le antiche testimonianze documentarie che risalgono ai secoli XVII e XVIII. (Barbara Prosperi)

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