"Casa mia, casa mia …"

Vernacolo con il rione giallo

Giovedì 1° giugno alle ore 21.15 presso il Circolo don Mario Frati di Carmignano, popolarmente conosciuto come “il Galli”, andrà in scena la commedia in vernacolo in tre atti “Casa mia, casa mia…” di Augusto Novelli, diretta da Matteo Cecchini e interpretata da Pierpaolo Pagliai detto il Tenace (Gaetano), Sonia Matteuzzi (Eufemia), Luca Lumini (Beppino), Giada Pagliai (Nella), Monica Biancalani (Elisa), Andrea Targetti (Stefano), Elisabetta Cecconi (Nina), Stefania Faranda (Rita), Lorenzo Mazzanti (Cecco), Claudia Maggio (Mary), Deborah Coppini (Connie), Gabriele Bandini (il postino), con la partecipazione straordinaria di Emanuele Filiberto Cardini detto il Trillo. L’iniziativa è curata dalla compagnia teatrale Prospettiva Capaneo di Prato e si avvale del patrocinio del Comune di Carmignano. L’ingresso allo spettacolo è gratuito ma per potervi assistere è necessario effettuare la prenotazione chiamando Sonia Matteuzzi al 329.3940938.
Il progetto è nato all’interno del Rione Giallo, una delle quattro contrade che ogni anno all’inizio dell’autunno si confrontano nella piazza principale del paese nella duplice sfida del suggestivo “teatro in strada” e del divertente palio dei ciuchi, dando vita al grandioso spettacolo della Festa di San Michele in onore del patrono della comunità parrocchiale. “Circa un anno fa abbiamo iniziato un laboratorio teatrale finalizzato alla preparazione dei figuranti che prendono parte alla sfilata del rione – ci racconta Cecchini, il giovane regista originario del Mugello formatosi al Teatro Metastasio di Prato, che nel 2015 ha preso in mano le redini del Giallo portandolo a cogliere la vittoria nell’ultima edizione della popolare manifestazione, interrompendo un lungo periodo di astinenza che durava da quarantacinque anni –, e in un secondo momento si è sviluppata l’idea di mettere in scena dei veri e propri spettacoli. Per il nostro esordio – continua Matteo – abbiamo scelto “Casa mia, casa mia…” di Novelli per due motivi fondamentali: per quanto riguarda l’opera abbiamo deciso di portare sul palco uno dei lavori meglio riusciti dello scrittore che però non fosse “L’acqua cheta”, la sua commedia sicuramente più famosa ma anche maggiormente inflazionata; per quanto concerne l’autore invece non potevamo che rappresentare un testo di Augusto Novelli, perché oltre al fatto che il vernacolo fiorentino è con ogni probabilità la forma più caratteristica del teatro toscano abbiamo tenuto in considerazione il legame che unisce il commediografo a Carmignano”.
“Alla base di tutto c’è la volontà di mettersi in gioco – sottolinea Monica Biancalani, rionale coinvolta sia nella sfilata che nella commedia –, di provare un’esperienza nuova, di crescere e di progredire”. “Proprio la volontà di mettersi in gioco, la voglia di raccogliere una sfida – le fa eco Matteo Cecchini – è la molla che mi ha spinto ad accettare di dirigere il Rione Giallo prima e la compagnia teatrale che da questo si è formata poi. La componente ludica, giocosa è fondamentale in quello che facciamo, perché ci permette di lavorare divertendoci e assaporando la gioia di stare bene insieme. Il nome stesso con cui abbiamo battezzato il gruppo, “The Carmignans” – spiega il regista – vuol fare il verso in maniera goliardica alle tante sit-com di provenienza statunitense che imperversano da decenni sugli schermi televisivi”. “Questa rappresentazione è particolarmente significativa perché oltre a segnare il nostro debutto implica anche il ritorno alla vita del circolo del Galli – prosegue Monica –. Questo è sempre stato il più importante ritrovo dei carmignanesi, un punto di aggregazione, un luogo deputato alla socializzazione, destinato non solo ai bambini e ai ragazzi, ma anche alle mamme degli alunni delle scuole dislocate lungo il viale Parenti, agli anziani, insomma a tutte le fasce d’età”. “La nostra speranza – conclude Sonia Matteuzzi, altra rionale impegnata a trecentosessanta gradi – è che da oggi possa aprirsi una nuova era non soltanto per la nostra contrada, ma anche per il circolo parrocchiale del paese”. (Barbara Prosperi)
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