In ricordo di Ugo Rigacci

Fu tra i fondatori della locale Caritas

Ugo Rigacci è stato un pilastro del volontariato sociale dei Comuni medicei, una di quelle persone discrete ed operose che si prodigano in maniera infaticabile per portare quotidianamente aiuto e sollievo a chi ha più bisogno. Nato a Poggio a Caiano nel 1935, quando il paese formava un unico Comune con Carmignano, seguendo una vocazione che evidentemente lo orientava da sempre verso il servizio nei confronti del prossimo Rigacci ha lavorato per lungo tempo come infermiere all’ospedale di Careggi, per poi affiancare alla professione paramedica il volontariato all’interno di associazioni di ispirazione cattolica come la San Vincenzo de’ Paoli, la Misericordia e la Caritas, che aveva contribuito a fondare, così come aveva contribuito a fondare la Effetà Onlus, che riunisce le Caritas di Carmignano e Poggio. Esercitava inoltre il ruolo di diacono presso la parrocchia di Santa Maria del Rosario, la comunità alla quale era sempre rimasto legato anche se negli ultimi anni della sua vita si era trasferito a Montemurlo per motivi familiari. Si è spento all’inizio del 2014 lasciando un grande vuoto in chi lo ha conosciuto, e lo scorso 20 gennaio è stato ricordato con una messa ed una mostra nel complesso parrocchiale di Poggio a Caiano, dove per l’occasione era presente moltissima gente.
“Ugo era un giusto”, afferma utilizzando una definizione semplice ma efficace Berta Cavicchi, che ha preso parte alla commemorazione. Carmignanese, infermiera in pensione dopo quasi quarant’anni di servizio all’ospedale di Santa Maria Nuova, impegnata da sempre come Rigacci in ambito sociale, Berta ha conosciuto bene Ugo, con il quale ha collaborato a lungo e di cui conserva tanti ricordi. “Ci incontravamo la mattina sull’autobus per Firenze – racconta – e lì spesso pianificavamo quello che c’era da fare nella Caritas. Oltre che buono e saggio ed estremamente attivo, Ugo Rigacci era anche un uomo particolarmente lungimirante, con una mentalità aperta che sapeva guardare ben al di là delle situazioni contingenti”. Rigacci, che è stato anche coordinatore della rete che legava e lega tuttora le Caritas del Montalbano meridionale, auspicava e si adoperava infatti per il superamento delle divisioni locali, sostenendo con forza e convinzione che quanti operano nel settore del volontariato devono unire le forze e pensare in grande per il conseguimento di obiettivi comuni sempre più importanti e condivisi, ad esclusivo vantaggio di chi si trova nel bisogno e necessita di un tipo di assistenza che deve oltrepassare le barriere dei campanilismi e degli individualismi. Un insegnamento che oggi più che mai è ancora vivo ed attuale. (Barbara Prosperi)

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