Luigi Petracchi omaggia San Michele

Mostra personale in sala consiliare

È un omaggio alla figura di San Michele Arcangelo la mostra “Mi ka El”, personale dell’artista Luigi Petracchi, che ha firmato il trofeo della Festa di San Michele 2025. L’esposizione, allestita nella sala consiliare del Comune di Carmignano, si compone di una quindicina di opere e offre al pubblico la particolare visione che Petracchi ha dell’Arcangelo Michele, titolare della chiesa del capoluogo mediceo. Una concezione che emerge chiaramente già dal trofeo, che propone una versione misericordiosa del Principe degli Angeli, rappresentato non come un combattente, ma come una creatura compassionevole.

“Il mio San Michele non calpesta il demonio, come nelle raffigurazioni classiche della storia dell’arte, ma si accosta al fratello caduto (che rispecchia tutti noi) in maniera caritatevole – spiega Luigi –: non lo colpisce con la lancia, non lo condanna e non lo giudica, ma gli concede la possibilità di rialzarsi. Non a caso la forma delle sue ali ricorda quella delle braccia – continua Petracchi –: braccia pronte ad accogliere, a sostenere, ad avvolgere”. Nell’opera sono presenti diversi elementi alchemici, che alludono ad un percorso di elevazione spirituale, e ricordano a ciascun individuo che mediante l’esercizio del libero arbitrio è possibile riscattarsi dal peccato e rinascere alleggerendo il nostro cuore.

I bozzetti su carta esposti sulle pareti della sala testimoniano il lungo processo di studio ed elaborazione che ha portato alla creazione del trofeo, una vera e propria scultura alta quasi quaranta centimetri, realizzata in ottone bronzato con la tecnica della fusione a terra. Ad essi si affianca una nutrita serie di piccole opere eseguite a tecnica mista, che riproducono reinterpretandole alcune celebri immagini di San Michele, immortalato nei secoli da maestri come Raffaello Sanzio, Guido Reni, Luca Giordano. La caratteristica che salta subito agli occhi è che in questi lavori nelle mani dell’Arcangelo Michele le spade o le lance presenti nei dipinti originali sono state sostituite dal fuoco, elemento ambivalente che può simboleggiare sia la distruzione sia la liberazione che passa attraverso la purificazione e la rigenerazione.

“Il nostro è un Dio che ama, che comprende, che perdona – dice Luigi –: la salvezza o la dannazione sono una nostra scelta, passano dalle nostre mani, dalla nostra volontà di affrontare o meno la parte più oscura di noi per portarla verso la luce”. Sul concetto di salvezza e redenzione si concentra anche “Et lux in tenebris lucet”, un monumentale trittico di tele – acquisito dal collezionista Carlo Palli che l’ha poi donato al Museo di San Domenico di Prato – che invita a meditare sulla lotta tra il Bene e il Male (esemplificata dal “San Michele sconfigge gli angeli ribelli” di Luca Giordano), sulla discesa nel peccato (illustrata dalla “Cacciata dei progenitori dall’Eden” di Masaccio) e sulle sue conseguenze deleterie (rappresentate dal fungo atomico).

La mostra riflette in maniera pertinente la poetica di Luigi Petracchi, autore dalle tematiche profonde, che nella sua opera ha intrecciato spesso arte, esoterismo ed alchimia. Petracchi, originario di Bacchereto, autodidatta, è da molto tempo un artista riconosciuto e apprezzato a livello nazionale e internazionale. Sperimentatore instancabile, ha esposto in Italia e all’estero e ha conquistato prestigiosi premi e riconoscimenti. Nel 2020 insieme alla moglie Edi Pagliai ha inaugurato a Casalguidi il centro d’arte contemporanea Spazio Zero, un ambiente di 500 metri quadrati dedicato alla promozione delle arti contemporanee e deputato ad accogliere esposizioni, eventi e conferenze, all’insegna della multidisciplinarietà. È anche fondatore e presidente del Premio Nazionale di Poesia Bacchereto.

Il 29 settembre, al termine dei tre giorni di festa (che quest’anno – condizioni meteorologiche permettendo – si svolgerà la sera di sabato 27, il pomeriggio di domenica 28 e la sera di lunedì 29), il rione che avrà portato in piazza la storia più bella si aggiudicherà l’ambito trofeo. Fino ad allora sarà possibile visitare la mostra, che è stata inaugurata il 20 settembre e rimarrà aperta ad ingresso libero e gratuito, nei seguenti giorni ed orari: domenica 21 dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19, da lunedì 22 a venerdì 26 dalle 17 alle 19, sabato 27 dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20, domenica 28 dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 16.30, lunedì 29 dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 21. In caso di esigenze particolari si può concordare una visita su appuntamento contattando il numero 339.6595081. (Barbara Prosperi)

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