La polvere nei sogni

In scena venerdì 6 gennaio 2017

“La polvere nei sogni”, ovvero una storia sull’amore e e sull’integrazione tra culture diverse: in questo caso tra israeliani e palestinesi. Lo spettacolo che andrà in scena venerdì 6 gennaio alle 21 nella sala consiliare del palazzo comunale di Carmignano, secondo di due appuntamenti per celebrare l’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 10 dicembre 194, è stato scritto da Chiara Guarducci e diretto da Salvatore Urzì. “Lo spettacolo ha debuttato nel 2013 a Firenze – racconta proprio Luigi Zorzit, dell’Associazione Bizantina – ed è stato ripresentato nel 2015 dalla nostra associazione, che è nata da due anni con lo scopo di promuovere la realizzazione di opere teatrali sul territorio”.
La drammaturgia è tratta dal libro-monologo “L’attentatrice” di Yasmina Khadra del 2005 ed è ambientata a Tel Aviv, in Israele, dove a seguito di un attentato il chirurgo palestinese/israeliano Amin Jaafari viene interrogato da agenti del commissariato israeliano per verificare il suo possibile coinvolgimento. Il chirurgo non ha nessun legame con l’evento ma viene considerato un probabile indiziato, in quanto la moglie Sihem pare la presunta attentatrice. La prima reazione è un senso di crisi e smarrimento nei confronti di un rapporto coniugale considerato fino allora una certezza; poi Amin decide di mettersi sulle tracce delle prove della colpevolezza della moglie, per capire come la loro vita, apparentemente felice e basata sulla condivisione di ideali, si sia potuta trasformare in un dramma. In questo viaggio Amin si scontrerà con altri personaggi – un fedele, il capo del movimento e il nipote Adel -, ma per lui non contano le motivazioni che hanno portato la moglie al gesto estremo ma scoprire se lei lo abbia mai veramente amato, con un finale imprevisto e spiazzante.
“Il monologo originario viene trasformato da Chiara Guarducci in uno spettacolo corale che dà vita ad un dialogo tra i due personaggi: Amin in scena parla infatti con la moglie morta, che gli risponde in una maniera tutta particolare” racconta ancora Luigi Zorzit.
Lo spettacolo non racconta solo i pensieri del protagonista, che rimugina sulla propria vita e in particolare sul suo desiderio di integrazione nella realtà israeliana, ma offre anche una riflessione di carattere sociale su due mentalità e culture che con difficoltà, ancora oggi, riescono a convivere. La moglie Sihem con poche battute completa i pensieri del protagonista, in un’interessante alternanza tra realtà e finzione. Centrale in tutta la storia è anche il rapporto tra uomo e donna nella cultura mediorientale, dove la figura femminile riveste sempre un ruolo marginale.
Lo spettacolo è a ingresso gratuito ed è interpretato da Riccardo Giannini, Henry Bartolin, Anna Serena, Anastasia Ciullini e Lorenzo Guerrini. (Valentina Cirri)

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