Sgarbi, la Visitazione e il Pontormo

Lezione davanti a duemila persone

Brillante, scoppiettante, a tratti esilarante, non ha deluso le aspettative Vittorio Sgarbi, ospite alla Festa Medicea di Seano nella serata di domenica 18 giugno. Stimolato dalle domande di Stefano Fatighenti, storico presentatore della Festa di San Michele, moderatore dell’incontro, davanti a una platea di circa duemila persone il celebre critico d’arte in un primo momento si è lasciato andare a delle esternazioni estemporanee sull’universo femminile e sul mondo della politica nello stile scanzonato e irriverente che gli è proprio, dopodiché ha disquisito per quasi tre quarti d’ora in maniera appassionata e profonda sulla “Visitazione” di Carmignano, il Pontormo e la valorizzazione del patrimonio culturale, dando vita ad una autentica lectio magistralis che ha incantato l’intero uditorio.

Un’opera magnetica
Tra il serio e il faceto Sgarbi ha esordito dicendosi rammaricato di non aver potuto ammirare nuovamente il capolavoro pontormesco nella pieve di San Michele, perché ha saputo soltanto pochi giorni prima della sua venuta della trasferta del dipinto alla retrospettiva di Bill Viola, e a tal proposito ha sollevato la questione del prestito delle opere d’arte: “La “Visitazione” è intimamente legata al luogo nel quale è esposta – ha affermato – perciò, anche se partecipare a delle mostre di rilievo è un dato positivo, il paese non può essere penalizzato perché il quadro si trasferisce a Firenze, dove ci sono già tante opere bellissime, ma è opportuno che il pubblico venga ad ammirarlo qua. In questo caso – ha continuato – si tratta di uno dei dipinti più importanti del Rinascimento italiano, con uno straordinario potere magnetico in grado di attirare a sé le persone, e siccome è raro che un’opera d’arte riesca a far muovere la gente bisogna considerare le opportunità che derivano dalla fortuna di possederla”.

Un territorio da valorizzare
“Io credo che un flusso turistico di una certa importanza a Carmignano ci sia – ha proseguito il professore, ipotizzando una presenza di 10-15mila visitatori all’anno – ed è compito dell’amministrazione comunale farlo crescere potenziando l’attività promozionale del territorio. Una rassegna di spicco come quella di Palazzo Strozzi, in cui si parla anche della pala del Pontormo, può essere utile per richiamare l’attenzione del pubblico sul paese. Questo quadro rende prezioso il vostro territorio – ha sottolineato –, gli conferisce onore, dignità, intensità. La “Visitazione” può essere considerata l’anima di Carmignano. Se io fossi il sindaco utilizzerei questo dipinto per farlo diventare un simbolo forte come la Gioconda, un’opera che la gente dovrebbe desiderare di vedere recandosi nel vostro paese. Quello per Carmignano dovrebbe diventare un viaggio obbligatorio, come lo è quello che si fa a Castelfranco per Giorgione, a Sansepolcro e a Monterchi per Piero della Francesca, a Reggello per Masaccio e via elencando”.

Una parrocchia da salvare
“La “Visitazione” ha lasciato il paese perché il complesso parrocchiale sta cadendo a pezzi – ha però spiegato l’assessore alla cultura Stella Spinelli, presente sul palco insieme al primo cittadino Edoardo Prestanti –. Poiché in questo momento è estremamente difficile trovare fondi da destinare ai lavori di restauro, un gruppo di cittadini si è attivato per aiutare il parroco ad organizzare una tournée attraverso la quale il quadro possa raccogliere dei proventi per riparare la chiesa e la canonica”. “In tal caso – ha proposto Sgarbi – se qualcuno al momento di pagare le tasse decidesse di indirizzare una cifra significativa per il recupero del complesso ecclesiale, ritengo che non dovrebbe essere impossibile trovare un dialogo e un accordo tra il Comune e il cittadino in base a quello che l’art bonus consente di fare. Ricordiamoci sempre – ha poi ammonito – che l’Italia è la nazione che ha il più grande patrimonio artistico del mondo ma anche la peggiore gestione dei suoi beni culturali”.

Un capolavoro in grado di rivaleggiare con Michelangelo
Lo storico dell’arte è poi passato all’analisi della pala d’altare, che ha definito “la più bella “Visitazione” del mondo”, un tesoro di cui forse nella sua terra non viene percepito il valore effettivo. “Per quanti sono nati a Carmignano – ha detto – può rappresentare un’immagine devozionale o un argomento di cui si parla a scuola, ma in realtà è un capolavoro assoluto, grande come il “Giudizio Universale” della Cappella Sistina. Ci sono molte ragioni che rendono questo quadro attraente, oltre al fatto che è di una bellezza assoluta, oltre al fatto che si tratta di uno dei dipinti più importanti del Rinascimento italiano, oltre al fatto che si tratta di un’opera del Pontormo. Vi faccio presente che quando alle aste è apparso qualche suo lavoro sono stati sfiorati gli 80 milioni di dollari – ha puntualizzato –, e che un capolavoro come questo potrebbe superare i 150, quindi va protetto adeguatamente. Ma soprattutto – ha aggiunto facendo riferimento alle quattro figure che giganteggiano in primo piano – può essere considerato un manifesto femminista ante litteram, perché grazie alla presenza delle donne che vi compaiono il pittore ha inteso celebrare il trionfo della maternità”.

Un inno alla forza generatrice delle donne
“Nei dipinti della “Visitazione” solitamente sono presenti gli sposi di Maria ed Elisabetta – ha illustrato Sgarbi entrando nello specifico –, che normalmente sono relegati sul fondo, a significare che il ruolo dell’uomo, del padre, è meno significativo di quello della donna, della madre; invece il Pontormo al posto di Giuseppe e Zaccaria ha inserito nella composizione altre due figure femminili, a ribadire che il mondo appartiene alle donne, e che l’umanità prosegue grazie all’esercizio della maternità; non sappiamo chi siano le due figure dietro Maria ed Elisabetta, ma quel che è sicuro è che sono altre due donne deputate ad esplicare la loro opera generatrice affinché il mondo possa continuare a vivere. La “Visitazione” di Carmignano è pertanto un quadro dal significato potentissimo, di vitalità, di rigenerazione, di forza”.

Un manifesto manierista
Il critico si è espresso anche sulla specularità delle quattro figure femminili, Maria ed Elisabetta e le altre due che le affiancano, e che nel corso del tempo sono state variamente interpretate come ancelle o testimoni dell’evento sacro. “Si tratta probabilmente di un gioco tipico del Manierismo – ha asserito –, un elemento capriccioso che il pittore ha voluto inserire dentro l’opera per mostrare contemporaneamente le due sante donne di fronte e di profilo, dando origine ad una composizione fatta di rispondenze e di simmetrie e presentandola come una soluzione apparentemente semplice mentre in realtà è estremamente pensata, ponderata, calcolata. Questa peculiarità rende il quadro indubbiamente curioso, singolare, quasi fosse la dimostrazione di un teorema matematico, ne fa un dipinto assolutamente senza precedenti”.

Un artista originale e stravagante…
“Mentre molti manieristi hanno imitato i grandi maestri del Rinascimento (Leonardo, Michelangelo e Raffaello, ndr) in maniera meccanica e ripetitiva, rimanendo confinati nell’ambito degli artisti minori – ha chiarito Sgarbi –, alcuni come Rosso Fiorentino e Pontormo hanno invece conservato una loro originalità pur non mancando di rendere omaggio ai loro predecessori. Pontormo in particolare ha raccolto la sfida di creare qualcosa di nuovo all’interno di un sistema che costringeva gli artisti della sua generazione a fare riferimento a dei modelli obbligati, avvertiti come insuperabili e perciò imprescindibili. Grazie al suo talento egli è riuscito ad affrancarsi da questo atteggiamento di servitù con degli espedienti così fantasiosi, così visionari, così surreali da far pensare addirittura alla pittura di Salvador Dalì. Osservando le sue opere sembra di avere a che fare con un pittore che sogna più che con un pittore che vede, legato ad un mondo onirico più che ad un mondo reale”.

…da psicanalizzare…
“Per queste caratteristiche così vicine all’età contemporanea – ha approfondito lo storico – Pontormo è stato compreso più nel Novecento che al suo tempo. Nei suoi dipinti compaiono dettagli strani, carichi di inquietudine, allucinati, che si prestano ad un’indagine di tipo psicanalitico, perché il suo animo pieno di angosce, di turbamenti, di stravaganze si riflette inevitabilmente nella sua produzione artistica e rende il suo autore straordinariamente moderno, attuale, presente”. D’altra parte non è un caso se un artista d’avanguardia come Bill Viola tra le innumerevoli opere d’arte antiche ha scelto per prima proprio la tavola del Pontormo per avviare una nuova fase della sua carriera realizzando “The Greeting”, la videoinstallazione attualmente esposta a Palazzo Strozzi in un inedito confronto con il quadro di Carmignano.

…più moderno dei moderni
“Viola ha utilizzato delle persone in carne ed ossa per riprodurre la scena raffigurata nel dipinto del Pontormo, confezionando un film al rallentatore che facendo muovere le figure con tempi estremamente dilatati dà loro vita, anima, respiro. Ma il genio del pittore fiorentino è talmente grande – ha notato Sgarbi – che Pontormo è più Bill Viola di Bill Viola. Perché la “Visitazione” contiene già in sé l’idea del movimento, grazie ad una specie di vento che soffia all’interno del quadro gonfiando le vesti delle figure, animando i loro panneggi e dando l’impressione che esse si muovano anche se sono ferme, mentre nel video di Viola sembrano ferme anche se si muovono. Il prototipo è insomma infinitamente più potente dell’opera che ha originato”. Il popolare opinionista si è poi profuso in elogi sull’affresco di “Vertumno e Pomona” conservato nella villa medicea di Poggio a Caiano e sulla “Deposizione” della chiesa fiorentina di Santa Felicita, che al momento si trova nel laboratorio di Daniele Rossi, già restauratore della “Visitazione” di Carmignano per un delicato intervento di pulitura. (Barbara Prosperi)

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