Colle in festa per la Sacra Spina

La storia della reliquia

Da giovedì 14 a domenica 17 settembre la comunità parrocchiale di Colle, il piccolo paese che sorge nelle vicinanze di Seano, diviso tra i Comuni di Carmignano e di Quarrata, celebrerà la Festa della Sacra Spina, la tradizionale manifestazione religiosa nata per rendere omaggio alla preziosa reliquia conservata nella chiesa di Santa Maria Assunta, edificio di impronta romanica che fu ampliato negli anni Cinquanta del Novecento dal celebre architetto Giovanni Michelucci, che trasformò la vecchia chiesa nel transetto di quella nuova. In prossimità della ricorrenza dell’Esaltazione della Santa Croce, che secondo il calendario liturgico romano cade ogni anno il 14 settembre, la parrocchia di Colle si prepara dunque ad onorare l’antica consuetudine, che iniziò negli anni Venti del secolo scorso esclusivamente come festa religiosa ed è poi cresciuta nel tempo fino a diventare un evento nell’ambito del quale hanno luogo anche iniziative di tipo sociale e culturale, come appare evidente anche dal programma di quest’anno, riportato fedelmente in calce all’articolo.
La storia della Sacra Spina, presente nella prioria di Colle dal 1920, inizia duemila anni fa sulla collina del Golgota, il rilievo roccioso posto fuori dalle mura antiche di Gerusalemme dove Cristo trovò la morte inchiodato ad una croce, dopo essere stato flagellato e incoronato appunto con un serto di spine. Secondo la tradizione tramandata dalla “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine (1298) la corona che gli cingeva la testa, così come gli altri strumenti della Passione, furono raccolti da alcuni discepoli e custoditi in un luogo segreto per circa tre secoli. Nel 326 la regina Elena, madre dell’imperatore Costantino, intraprese un pellegrinaggio in Terra Santa e, giunta a Gerusalemme, fece effettuare dei lavori nel corso dei quali sul luogo della crocifissione vennero alla luce le reliquie della Passione di Nostro Signore, tra le quali appunto la corona di spine. La donna portò a Roma una parte della croce, un frammento dell’iscrizione che Pilato aveva fatto apporre sopra il capo di Cristo, un chiodo e una spina della corona, che rimase insieme ad altre reliquie a Gerusalemme.
Nella seconda metà dell’XI secolo essa venne trasferita a Costantinopoli e vi rimase fino al 1237, quando il monarca Baldovino II, nel tentativo di risollevare la disastrosa situazione economica dell’impero latino, la impegnò presso alcuni mercanti veneziani, ottenendo in cambio un considerevole prestito in monete d’oro. Al momento della scadenza di quest’ultimo Baldovino sollecitò il re di Francia Luigi IX a riscattare la corona. Il sovrano francese la recuperò e nel 1239 la portò a Parigi, ospitandola nel proprio palazzo finché non fu terminato l’edificio che egli aveva dato ordine di costruire per accoglierla dignitosamente, cioè la Sainte-Chapelle nell’Île de la Cité, inaugurata solennemente nel 1248. Il tesoro della cappella venne pesantemente devastato durante la Rivoluzione Francese, così oggi la corona, trasferita nella cattedrale di Notre Dame, risulta quasi priva di spine. Del resto già nel corso del viaggio verso Parigi gliene erano state sottratte molte, che furono poi distribuite a chiese e santuari, mentre altre ancora vennero offerte in dono sia dallo stesso Luigi che dai successivi sovrani di Francia ad altri monarchi, a nobili e ad ecclesiastici come segno di amicizia, ed è per questo motivo che sono numerose le località in cui si dice che si conservino le spine della corona di Gesù Cristo, da Parigi appunto a Padova, passando per Cremona, Pisa, Avellino, Palermo, Cagliari e molte altre.
Una di esse fu affidata da re Luigi a Beatrice dei Borbone, moglie di suo figlio Roberto. I discendenti della donna, scesi poi in Italia, portarono sempre con loro l’inestimabile oggetto. Nel XVIII secolo il marchese Francesco Giovan Battista Borbon del Monte, residente a Firenze, chiese ed ottenne da ben due arcivescovi della città la ricognizione della reliquia, che sulla base dei documenti antichi tramandati in seno alla famiglia venne riconosciuta come autentica. Il figlio del marchese, Giovan Battista Andrea, sposò verso il 1730 Maddalena Cantucci-Tonsi, unica erede della tenuta di Capezzana, situata nel territorio di Carmignano, dove i due stabilirono la loro dimora e vi trasferirono la sacra spina, che con l’andare del tempo fu relegata in una soffitta insieme ad altri oggetti preziosi. Quando all’inizio del XX secolo il reverendo don Macario Rossi, priore di Colle, venne a conoscenza della vicenda, chiese alla proprietaria della tenuta, che allora era la baronessa Sara Luisa Rothschild-Franchetti, di permettere che la reliquia fosse esposta alla venerazione dei fedeli. La nobildonna, dietro le insistenze del parroco, grazie anche all’interessamento di monsignor Gabriele Vettori, vescovo di Pistoia, sul finire del 1920 concesse infine la spina in custodia alla vicina chiesa di Santa Maria Assunta.
Da allora la parrocchia di Colle, che sorge nella parte alta del paese (che appartiene al Comune di Quarrata) e fronteggia la tenuta di Capezzana (che invece fa parte del Comune di Carmignano), non ha mai mancato di omaggiare la santa reliquia, anche se nel corso del tempo la Festa della Sacra Spina ha attraversato fasi alterne. “Si dice che la manifestazione è rinata nel 2007, ma in realtà è più corretto affermare che da dieci anni a questa parte ha ripreso vigore – precisa don Franco Monticelli, priore di Santa Maria Assunta –, perché in verità la ricorrenza è sempre stata onorata anche negli ultimi anni di ministero del parroco che mi ha preceduto (don Vasco Vezzosi, nda), che ho sostituito nel 2006 e che si è congedato dai suoi fedeli in età molto avanzata”. Fino ad un paio di decenni fa la manifestazione veniva organizzata in forma particolarmente solenne ogni cinque anni (per questo in tali occasioni si parlava di “Festa quinquennale della Sacra Spina” o di “Festa Grossa”), e in quelle occasioni solitamente era presente una banda musicale e venivano sparati in aria i fuochi d’artificio. In tempi più recenti le celebrazioni hanno acquisito toni più sobri e si sono arricchite di iniziative collaterali di notevole valenza culturale, spaziando dalla letteratura all’arte alla musica.
“I festeggiamenti attuali però non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli di tanti anni fa – ci dice don Franco riflettendo su quanto siano cambiati i tempi e con essi il sentimento religioso e la percezione degli avvenimenti sacri da parte dei fedeli –. Una volta la partecipazione popolare era veramente imponente, la gente si recava a Colle non soltanto dai paesi circostanti ma anche da Pistoia, da Prato, da Firenze, e si trattava in larga parte di persone che si spostavano a piedi macinando qualche decina di chilometri per venire ad adorare la spina della corona di Cristo. Era perlopiù gente che non aveva niente, provata dalla miseria, dalla fame, dalla malattia, ma disponeva di una fede autentica e sincera e si immedesimava nelle sofferenze di Gesù, trovava consolazione nelle vicende della sua Passione. Ad ogni modo le nostre funzioni sono ancora discretamente frequentate, perché anche se il paese conta poche centinaia di abitanti quella di Santa Maria Assunta si può definire una parrocchia di adozione, dove affluiscono fedeli anche da Seano, da Quarrata e anche da altre località della zona, perché nonostante tutto in un luogo o nell’altro l’uomo continua ad avvertire il richiamo del Signore”. (Barbara Prosperi)
Programma della Festa della Sacra Spina

Giovedi 14 settembre

Ore 17.30 Presentazione di “Pittura e poesia” di Gianfranco Gaggioli sotto il portico michelucciano della chiesa (l’esposizione durerà fino a domenica 17).
Ore 21.15 Per “Un quadro all’anno”, riflessione su di un’opera di Piero Mazzoni.
Ore 21.45 “Con Maria ai piedi della Croce”, recita meditata del Rosario.
Venerdì 15 settembre
Ore 21.15 Via Crucis lungo il cammino verso la chiesa.
A seguire scoprimento e benedizione di un’opera di Vania Paolieri, “Nostra Signora Riparatrice di ogni divisione”.
Sabato 16 settembre
Ore 21.15 “In cammino dietro la Croce”, fiaccolata dalla chiesa di Colle alla chiesa di Capezzana, guidata da monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia.
Domenica 17 settembre
Ore 11 Santa Messa presieduta da monsignor Fausto Tardelli con la Cresima dei ragazzi della parrocchia.
Ore 17.30 Incontro con don Gilberto Spurio, parroco di Visso, paese distrutto dal terremoto. Durante la giornata saranno raccolte offerte per aiutare la popolazione colpita dal sisma e sarà possibile prenotare l’acquisto di alcuni prodotti della zona.
Ore 21.30 Concerto del Saxophone Quartet Project con Filippo Grassi (sax soprano), Tommaso Michelotti (sax contralto), Elena Losco (sax tenore), Leonardo Savino (sax baritono).

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