Vini e turismo, si guarda all'India

Sorrisi al Vinitaly di Verona

La crisi rallenta il mercato italiano, quello su cui negli anni passati i produttori dei vini di Carmignano, da sempre più conosciuti all’estero, avevano provato a crescere. Vendite in calo. Ma per i vini Doc e Docg del Montalbano si fanno avanti, interessati, tanti importatori esteri, cercati e non cercati: dall’India, tutta da esplorare, dalla Cina e dal Giappone, dalla Thailandia e il Vietnam, dal Brasile anche. Cresce l’export. E il Vinitaly di Verona, fiera internazionale che chiude oggi, conferma il trend. “C’è davvero un bel movimento sul Carmignano. Ci vengono a cercare” sorride il sommelier Realmo Cavalieri, direttore del consorzio dei vini ospite della Camera di Commercio. Cercano il Carmignano per la qualità ma anche l’ottimo prezzo. Sorridono gli sponsor. E sorridono i produttori: quattordici, piccoli e grandi, con 240 ettari tra Poggio e Carmignano dedicati alle produzioni di punta, tre Doc e una Docg, qualche centinaia di bottiglie l’anno. Il vino di Carmignano è il vino di Prato, tolto il Pinot dei Pancrazi di Montemurlo: è tra le più piccole denominazioni d’Italia ma tra le più antiche del mondo, grazie ad un bando del 1716. Le statistiche regionali dicono che i rossi Dop toscani vendono all’estero più di qualsiasi altra regione in Italia: quasi un terzo negli Stati Uniti ed Asia in grande ascesa, con Cina e Giappone (ma anche il Brasile) nella top ten. “E’ vero anche per il Carmignano” conferma Cavalieri. Almeno quattro fattorie vendono in Giappone, dove l’export toscano è cresciuto del 51 per cento. Lo fanno da anni e gli ordini crescono. Ancor di più sono presenti sul mercato cinese: sette od otto fattorie di sicuro. “A febbraio, dopo che abbiamo ospitato per due giorni settanta buyers che erano a Firenze, ci sono stati piccoli ordini anche da Singapore, Thailandia e Vietnam” confida il direttore del Consorzio. In Brasile, altro paese emergente, vendono in tre o quattro: soprattutto a San Paolo, dove più alto è il tenore di vita. Ma la vera scommessa è ora l’India: doppia, visto che a quel mercato si guarda anche per il turismo, in crescita. Lunedì al Vinitaly è venuto a visitare lo stand del Carmignano, per un paio di ore, il giornalista e critico indiano Subhash Arora, nel suo paese influente quanto Robert Parker negli Stati Uniti. L’approccio è nato su facebook. Ci ha pensato Enrico Pierazzuoli, proprietario delle Farnete. Arora ha assaggiato il Carmignano 2009 e 2010 ed ha voluto sapere del territorio, interessato all’enoturismo. (w.f.)

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