San Michele, gara di 'teatro' tra rioni

Il 29, 30 settembre e domenica 1 ottobre

A Carmignano è di nuovo San Michele, con la sua gara tra contrade che impegna centinaia di persone: un paese intero in piazza, un misto di teatro in strada, corteo di carri, danze e spettacolo a tutto tondo che invero sfugge a qualsiasi rigida classificazione e che si ripeterà per due notti ed un pomeriggio, venerdì 29 settembre 2017, sabato 30 e poi ancora domenica 1 ottobre.
E’ forse la festa più attesa dell’anno, un piccola grande magia. Il Comune finanzia e patrocina l’evento, con la Provincia e la Regione. A loro si aggiungono altri sponsor. Ma l’organizzazione è affidato ad un comitato di volontari. Nella piazza principale del paese, l’ampia Vittorio Emanuele II, sfilano i quattro rioni giallo, bianco, verde e celeste e ciascuno, nello spazio di mezzora, mette in scena il proprio spettacolo, per regolamento (pena la squalifica) ispirato a Carmignano o alla sua storia. Si conoscono i titoli, accompagnati da una traccia ermetica. Ma è difficile, fino alla prima sera che di fatto è per tutti anche la prima prova in piazza, capire realmente cosa dietro si celi.
Festa corale e spontanea come molte altre, capace di scaldare decisamente gli animi e dividere per settimane perfino parenti e fidanzati, quello che del San Michele forse non ti aspetti e sicuramente lascia di stucco chi per la prima volta arriva a Carmignano è la fattura della spettacolo: un incanto che continua ad affascinare chi poi vi torna. C’è pure un palio dei ciuchi, che chiude ciascuna delle giornate, diventato negli ultimi anni una staffetta su due giri di due piazze e una via: un percorso scorciato imposto da nuove norme per non fare affaticare gli animali, con fantini scelti dai rioni e i ronzini assegnati ogni sera dalla sorte, speroni e frustino da tempo banditi. Ma sono lontani oramai gli anni Settanta in cui il correva il ciuchino Merchx ed è il teatro in strada oramai il cuore oramai dell’evento.
L’orgoglio del sindaco
«Il San Michele è l’appuntamento più importante dell’anno a Carmignano – spiega il sindaco Edoardo Prestanti –. Attraverso la metafora del teatro, parla del nostro paese ma racconta storie che superano i confini del suo territorio, toccando temi universali. Ed è per noi un motivo di orgoglio la laboriosità con cui tutta la comunità vi si dedica durante tutto l’anno». La festa, oltre che dal grande appeal turistico – ancora, dopo tanti anni, non del tutto espresso – ha difatti anche un valore sociale. Ci si incontra dopo cena, diventa l’occasione di una crescita anche culturale e le ultime settimane e soprattutto le ultime sere il cantiere del rione diventa più casa della propria casa.
La stagione moderna del San Michele inizia nel 1932, mollata dopo alcuni anni e poi ripresa. Allora era una sfilata di carri allegorici come se ne fanno tante in Toscana. Poi dagli anni Settanta inizia a cambiare e diventa sempre più teatro in strada. Nell’album di ogni famiglia del paese è difficile che manchi uno scatto del cuore che racconti la prima volta su un carro e in piazza: si sfila da pochi mesi (in braccio ai genitori) fino ad ottanta e più primavere, perché il San Michele scorre nel sangue. Durante la tre giorni di festa ci si arrabbia e si piange, quando si vince e quando si perde, a dieci come a cinquant’anni, grandi e piccini senza vergogna. Ci si logora, anche. Ma alla fine in paese nessuno potrebbe farne a meno ed è una febbre che contagia, alla lunga, anche chi a Carmignano non è nato ma ci è tornato a vivere.
Un paese di artisti
Le sfilate pescano nel passato, contribuendo a sottrarre all’oblio scampoli di un diario collettivo e pagine a volte anche poche note. Ma non dimenticano neppure il presente, con il coraggio da qualche anno di affrontare anche temi tosti e le mille contraddizioni della società in cui viviamo. C’è anche gente “di mestiere’ a lavorare dietro le quinte di ogni messa in scena. «Ma la manifestazione – racconta la presidente del Comitato della festa, Silvia Borsi – si basa prima di tutto sulla passione dei rionali che, da non professionisti, riescono ogni anno a mettere in scena spettacoli di alto livello”. Per tre giorni così gli abitanti di tutto il paese, quasi al completo, e le sue frazioni più vicine vestono i panni di registi, scenografi, carristi, sarte, operai di scena, attori e ballerini. E venerdì 29 settembre finalmente sapremo quali storie porteranno in piazza. Una giuria di quindici esperti ed addetti ai lavori, cinque a sera, mai di Carmignano e segreti fino all’ultimo, decreterà il migliore rione. Lo scorso anno fu il rione giallo, dopo un digiuno di quarantacinque anni, ad aggiudicarsi il trofeo della più bella sfilata, mentre il rione bianco primeggiò nel palio dei ciuchi.
Biglietti e tribune
Per entrare alla festa quest’anno come l’anno scorso si pagheranno 6 euro, gratis i bambini sotto i dieci anni e i residenti muniti di tessera. Gratuiti anche i bus navetta dalla Sera e Seano, dove si può parcheggiare l’auto. Per sedere sui uno dei seicento posti in tribuna (prevendita la sera del 27 in sala consiliare e quel che rimane acquistabile il 29 e 30 settembre dalle 18 alle 20 e il 1 ottobre dalle 10 alle 12) vanno aggiunti altri 10 euro. Cene ed attività di volontariato, con cui ogni rione cerca di finanziare l’allestimento della nuova sfilata, non riescono infatti a coprire interamente le spese. Ma lo spettacolo merita. (wf)

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