Il dominio granducale sul mare

La Toscana e il rapporto con i pirati

Tornano gli appuntamenti culturali del progetto Attivamente incentrati sulla storia del Granducato di Toscana, che si terranno ad ingresso gratuito martedì 6 marzo e martedì 20 marzo nella saletta incontri della Biblioteca Aldo Palazzeschi di Seano alle ore 21. Dopo avere esplorato gli aspetti meno noti della storia medicea, come la costruzione del potere politico attraverso la comunicazione e l’arte. e i rapporti commerciali e diplomatici del Granducato nelle terre transilvane, Mauro Scarpitta sarà di nuovo in cattedra per spiegare il dominio marittimo del Granducato di Toscana e le sue iniziative di politica internazionale e militare nel mar Mediterraneo, indagando in particolare la lotta condotta nei confronti della pirateria nel corso del Cinquecento e del Seicento.

“Il Granducato di Toscana ha sviluppato il suo potere sia in terra sia in mare, in un periodo in cui il commercio era minacciato dalla presenza dei pirati, malgrado lo spostamento dei traffici verso l’Atlantico conseguente alla scoperta dell’America”, spiega Mauro. A differenza del pensiero comune i pirati ed i corsari – molto spesso cristiani rinnegati – erano una forza tutt’altro che disorganizzata; facevano capo infatti ad una loro città stato situata nella repubblica di Salé in Marocco, fondata dai moriscos provenienti dalla Spagna occidentale. Ai pirati ed ai corsari si affiancò con cautela il Granducato, che muovendosi tra le varie potenze europee nel Mediterraneo, provò a contrastare la pirateria attraverso l’Ordine di Santo Stefano, fondato nel 1561 da Cosimo I e consacrato dal papa Pio IV con sede in piazza dei Cavalieri a Pisa. L’ordine si distinse in diverse battaglie, la prima a Malta nel 1565 e poi a Lepanto nel 1571. Successivamente fu impiegato per difendere la fede e le coste dalla scorrerie barbaresche nel mar Tirreno, dove Cosimo I aveva da poco promosso il porto di Livorno, dichiarato più volte porto neutrale.

Nell’ultima parte del corso l’indagine si estenderà alla fine del Settecento e all’utilizzo dell’Ordine fatto da parte del granduca Pietro Leopoldo, che ne promosse una riorganizzazione interna, eliminandone la componente militaresca e riciclandolo come l’istituto per la preparazione della classe dirigente toscana. La chiusura sarà affidata ad alcune curiosità su personaggi stranieri nella marina granducale, compresi i due protagonisti di un progetto di Ferdinando I per fondare una colonia toscana in Sud America. Per partecipare si consiglia di contattare lo Spazio Giovani di Comeana (telefono 0558716213, e-mail: spaziogiovani@comune.carmignano.po.it) oppure l’Ufficio Cultura (telefono: 0558750250,
e-mail: cultura@comune.carmignano.po.it). (Valentina Cirri)

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