Benvenuto tra vizi e virtù

Un libro sul prelato di Carmignano

Si concentra sull’uomo piuttosto che sul sacerdote il libro che Lorenzo Petracchi ha dedicato allo zio Benvenuto Matteucci, parroco di Poggio alla Malva prima e arcivescovo di Pisa poi, e fra un incarico e l’altro anche scrittore, giornalista, commentatore del Concilio Vaticano Secondo e vescovo di Forlimpopoli, primo e fino ad ora unico prelato che abbia avuto i natali non soltanto nel paese ma anche nel comune di Carmignano. “Benvenuto dall’aia di Cirico alla torre di Pisa” ripercorre la parabola esistenziale e analizza la figura di Benvenuto Matteucci attraverso lo sguardo diretto del nipote, che oltrepassata la soglia degli ottant’anni ha intrapreso un viaggio a ritroso nei labirinti della memoria riportando moltissimi aneddoti riguardanti l’illustre religioso, descritto non soltanto attraverso i numerosi pregi ma anche e soprattutto attraverso i non pochi difetti, noti principalmente a chi ha avuto modo di frequentarlo nel privato, all’interno delle mura domestiche, “infra moenia” appunto, come evidenzia il sottotitolo del volume, impreziosito inoltre da un ricchissimo apparato iconografico.
Tanti gli episodi e i personaggi legati a Matteucci che si incontrano nel corso della narrazione, dai familiari alla perpetua, dai sacerdoti agli intellettuali che frequentavano abitualmente il suo salotto, e che scandiscono i vari momenti del percorso biografico del monsignore, il quale pur essendo nato in una famiglia di estrazione contadina grazie alle sue capacità, alla sua determinazione e alla sua tenacia riuscì a laurearsi in teologia alla Pontificia Università Gregoriana e a conquistare i vertici della Chiesa. “Mio zio cercò il riscatto dalle sue umili origini per tutta la vita – ci confida Lorenzo –, per come io vedo le cose in fondo non era mai riuscito a digerire il ricordo di quando da ragazzo teneva la coda della vacca mentre suo zio Beppe la mungeva nella stalla dei marchesi Niccolini, e nel suo intimo coltivava il desiderio profondo di cancellarlo una volta per tutte dalla sua storia”.
“Ad ogni modo oltre che un’occasione per raccontare il lato più nascosto di mio zio – prosegue Petracchi – questo libro è stato un pretesto per richiamare l’attenzione della gente sulla questione degli affreschi di Santo Stefano alle Busche, tanto che non è inesatto definire le prime 285 pagine del volume una semplice introduzione alle ultime venti”. L’argomento sollevato da Lorenzo non è forse ancora abbastanza conosciuto dalla popolazione locale, anche se negli ultimi tempi se ne è parlato sulla carta stampata e l’amministrazione comunale di Carmignano se ne è interessata a più riprese. Nonostante le ripetute richieste i dipinti prelevati negli anni Cinquanta del secolo scorso dall’antica chiesa di Poggio alla Malva non sono però mai stati restituiti alla parrocchia di appartenenza, ma si trovano tuttora in un edificio privato nel centro storico di Firenze. Per questo motivo durante la presentazione del libro l’ex sindaco Doriano Cirri è intervenuto per annunciare al pubblico la nascita di un comitato che continuerà a seguire la questione e cercherà di ottenere anche il coinvolgimento della cittadinanza.
“Benvenuto dall’aia di Cirico alla torre di Pisa” è disponibile sia in versione cartacea che in cd presso l’edicola di Carmignano, oppure può essere ordinato on line indirizzando la richiesta alla IBS.it. (Barbara Prosperi)
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