Bacchereto al tempo di Leonardo

Studiosi a convegno il 15 giugno

Tracce e documenti inediti su Leonardo non ne sono usciti: niente di più di quello almeno che già si sapeva. Né in fondo quello era lo scopo. Dalla ricerca che la Pro Loco di Carmignano ha commissionato ad un’esperta archivista è venuta però fuori una fotografia più nitida e precisa del paese che era Bacchereto nel Quattrocento al tempo di Leonardo, quando il genio di Vinci probabilmente la frequentava, ospite della nonna. E di questo si parlerà nel convegno in programma sabato 15 giugno a Bacchereto, la mattina dalle 9.15 in poi nella sala Don Bartolini, nel borgo a metà del monte tra Seano e il Montalbano.

Bacchereto era un borgo sicuramente vivo in quegli anni. Lo testimonia la presenza ancora nel Trecento di un notaio, che era poi il babbo della nonna di Leonardo, Lucia di Piero di Zoso, classe lei 1392. “Nel Quattrocento abitavano a Bacchereto, o per essere più precisi vi erano accatastati, oltre un centinaio di famiglie, sparpagliate in più luoghi e toponimi” racconta la ricercatrice Veronica Vestri, che su incarico della Pro Loco ha spulciato le fonti fiscali del paese – le dichiarazioni dei redditi, sostanzialmente – del 1427, 1460 e 1480. Gli anni di Leonardo, appunto.

Bacchereto era allora probabilmente più popolato di oggi, che di abitanti ne conta forse cinquecento. Era una signoria rurale (e dal Duecento comunello autonomo) da difendere, lungo il confine mobile tra Firenze e Pistoia. Viveva di agricoltura, ma anche di ceramiche. Numerose erano le fornaci, prima che Montelupo tra Quattro e Cinquecento avesse il sopravvento; e la nonna di Leonardo era la signora del borgo. La sua era la famiglia che al fisco denunciava il possesso di più terreni: sua erac anche una fornace, dove forse Leonardo iniziò con curiosità a sperimentare. Abitava – almeno così la memoria ha tramandato – a casa Toia, un antico edificio in bozze di arenaria su per per la salita, verso il Montalbano, dopo il centro del paese, la tipica casa signorile medievale.

“Ci siamo mossi con un doppio intento: di indagine storica e di promozione del territorio, di conoscenza e condivisione di quella conoscenza – raccontano Carlo Attucci e Sofia Toninelli, rispettivamente presidente e consigliera della Pro Loco di Carmignano – Sono due cose che possono benissimo andare di pari passo. Sapevamo che la nonna di Leonardo abitava a Bacchereto. Sappiamo delle produzione ceramica rinomata tra Tre e Quattrocento, con gli orciai del paese che rifornivano gli spedali e le case di Firenze, Prato e Pistoia. Su quelle ceramiche c’è oggi anche un museo a Bacchereto, che invitiamo a visitare. Ma ci siamo resi conto pure che di Bacchereto in quegli anni non sapevamo molto di più e così abbiano deciso di commissionare ad un’esperta un’indagine negli archivi storici”.

Gli esiti saranno raccontati durante il convegno di sabato, ospiti della Polisportiva che è l’autentica anima del paese. “Il mestiere della nostra associazione è proprio questo – racconta il presidente, Alessio Bellini -: promuovere il territorio e continuare a farlo vivere, offrendo alla comunità qualcosa attorno a cui stringersi”.

Oltre all’archivista Veronica Vestri interverranno il professor Giuliano Pinto, professore emerito di storia medievale all’Università di Firenze e presidente delle deputazione di storia patria per la Toscana, uno studioso della campagna, intesa come fonte economica, tra Tre e Quattrocento. Ci saranno l’archeologa Angelica Degasperi, che racconterà la particolarità della ceramica di Bacchereto, da un punto di vista decorativo, manifatturiero ed artistico. Sarà presente Giovanni Roncaglia, funzionario della Soprintendenza archeologica di Firenze, che nelle sue ricerche si è imbattuto nella storia di un baccheretano che, negli anni in cui le fornaci del paese perdono peso rispetto a Montelupo, decide di andarse a Firenze ed aprire una bottega per promuovere la produzione del borgo. Ci sarà la direttrice del Museo archeologico comunale di Artimino, Maria Chiara Bettini, di cui la sala di Bacchereto con le ceramiche ritrovate casualmente durante lo scasso di un terreno negli anni Settanta del Novecento, è da poche settimane una sezione distaccata.

Porteranno i loro saluti al convegno anche il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti e il presidente della Provincia di Prato Francesco Puggelli, i cui enti – assieme alla Regione Toscana – hanno concesso il patrocinio all’iniziativa. Per informazioni ci si può rivolgere all’ufficio di informazioni turistiche della Pro Loco di Carmignano, tel. 055.8712468. Durante la mattina si potrà visitare la mostra di ceramiche e alla fine, per tutti, un aperitivo sul piazzale della chiesa-castello.

“Siamo lieti di patrocinare questo evento di alto livello scientifico – commenta l’assessore alla cultura di Carmignano, Stella Spinelli – Altri eventi su Leonardo ci saranno nel corso dell’anno e per questo potete consultare il sito del Comune”.

“La Pro Loco fa un passo in avanti significativo: dalla gestione di uffici di informazione turistica alla ricerca legata alla promozione di un luogo” sottolinea Niccolò Fanfani, intervenuto in rappresentanza dell’Unpli, l’associazione delle Pro Loco provinciale e regionale.

Il presidente della Provincia di Prato Francesco Puggelli, fa ricorso ad una provocazione intellettuale. “Se la storia fosse stata più giusta, il genio di Vinci si sarebbe dovuto chiamare Leonardo da Bacchereto”. Sa che, in assenza di documenti (che non sono stati trovati), nessuno storico sottoscriverebbe una simile asserzione. Ma è plausibile che Leonardo, figlio illegittimo, sia davvero nato nella casa della nonna a Bacchereto. E’ certo che vi sia passato. E la provocazione alla fine è un pretesto per invitare ad essere orgogliosi della propria provincia, che riserva mille sorprese, e a valorizzarle. In modo serio, con l’impegno come in questo caso delle comunità ed associazioni.

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