Leonardo da Vinci tra verità e finzione

La serie tv al vaglio della storia

La serie televisiva su Leonardo da Vinci recentemente trasmessa dalla Rai ha suscitato interesse, curiosità ma anche polemiche nella platea degli spettatori, che si sono divisi tra quanti l’hanno apprezzata per la libera interpretazione della personalità e della biografia dell’artista e quanti invece l’hanno bocciata per le numerose licenze introdotte nel corso della narrazione, spaccando il pubblico in due fazioni nettamente contrapposte che perlopiù non hanno trovato punti di tangenza tra i rispettivi punti di vista. Per dissipare i dubbi di quanti si sono interrogati sulla veridicità di svariati avvenimenti e personaggi, abbiamo pensato di fare chiarezza su alcuni punti delle vicende presentate dalla fiction, passando in rassegna le questioni di maggiore rilevanza.

L’infanzia e il rapporto con la famiglia
Non è vero che Leonardo venne abbandonato dalla madre, disprezzato dal padre e maltrattato dai nonni, come si è visto nelle digressioni presenti nel secondo episodio della prima serata, in cui è stato mostrato un bambino angosciato, infelice ed insicuro perché non accettato dalla famiglia. I rapporti del genio con i genitori naturali, Piero e Caterina, furono presumibilmente problematici (dopo aver intessuto una breve relazione, i due non si unirono in matrimonio a causa del loro divario sociale, e si costruirono vite indipendenti sposando altri compagni), tuttavia la madre allevò il figlio accompagnandolo quasi sicuramente al momento dello svezzamento, dopodiché il padre lo accolse sotto il suo tetto, affidandolo ai nonni Antonio e Lucia, che accudirono con affetto il loro primo nipote, grazie anche all’aiuto dello zio Francesco, fratello minore di ser Piero (mai citato in tutta la serie). Il notaio poi, consapevole che un figlio illegittimo non avrebbe potuto accedere agli studi accademici, si prese comunque cura della sua istruzione, facendolo seguire da degli istitutori di sua fiducia, e si preoccupò di avviarlo ad una professione dignitosa, introducendolo nella bottega di Andrea del Verrocchio, che all’epoca era la più prestigiosa della città di Firenze.

L’aspetto fisico e il carattere
Per quanto riguarda l’aspetto fisico di Leonardo giovane e adulto e il suo carattere, in base ai vari ritratti ed autoritratti che gli sono stati riferiti e alle descrizioni antiche che lo interessano sappiamo che era un uomo ricco di fascino, di bella presenza, ben proporzionato, biondo, che amava vestire in maniera ricercata e stravagante, con abiti estrosi e variopinti; sebbene probabilmente nella sfera privata fosse riservato e incline alla introversione, nelle occasioni pubbliche si metteva in luce per il modo di fare disinvolto e l’eloquio brillante, arguto, anche spiritoso, come testimoniano i racconti che lo riguardano e che si riferiscono in particolare al periodo trascorso a Milano al servizio di Ludovico il Moro, dove egli era solito intrattenere la corte sforzesca non soltanto con spettacoli memorabili, ma anche con novelle, indovinelli, barzellette, motti di spirito e facezie, riuscendo immancabilmente a divertire il suo uditorio. Queste caratteristiche appaiono dunque in stridente contrasto con il personaggio proposto dalla fiction, che ha mostrato un uomo dai capelli neri, che veste di scuro, dal carattere cupo, impacciato, insicuro, talvolta addirittura balbuziente.

Caterina da Cremona
La figura di Caterina da Cremona, la giovane donna attorno alla quale ruotano in buona parte le vicende della serie, non è esistita veramente e non ha pertanto ricoperto alcun ruolo nella vita di Leonardo, di cui nella finzione viene presentata come modella, musa ispiratrice ed amica. Personaggio di fantasia, inventato per innescare il giallo che si dipana lungo gli otto episodi della fiction, non ha quindi tangenze con la realtà e può forse essere stato ispirato da una non meglio precisata “Cremona”, citata dal pittore neoclassico Giuseppe Bossi, segretario dell’Accademia di Belle Arti di Brera dal 1801 al 1815, che senza citare le fonti della notizia scrisse: “Che Leonardo amasse i piaceri, lo prova una sua nota riguardante una cortigiana chiamata Cremona, nota comunicatami da persona autorevole. Né sarebbe stato possibile, ch’egli a fondo avesse conosciuto gl’uomini, e l’umana natura, per rappresentarla senza, col lungo praticarla, tingersi alquanto delle umane debolezze”. Ipotizzando dunque una relazione fra l’artista e la cortigiana, Bossi non menzionava però nello specifico né la “persona autorevole” che gli aveva dato l’informazione (con qualche approssimazione si può presumere che potesse essere il bibliotecario allora in servizio all’Ambrosiana, Carlo Amoretti, ma non ci sono prove che lo confermino) né da quale documento essa fosse stata estrapolata (si può eventualmente pensare ad un manoscritto oggi sconosciuto, conservato nella biblioteca e poi disperso durante le spoliazioni napoleoniche, tuttavia anche in questo caso non ci sono certezze).

L’orientamento sessuale di Leonardo
A questo punto si apre la questione della sessualità di Leonardo, su cui si discute da secoli senza che peraltro il dibattito sia mai giunto ad una soluzione, essendo tuttora in balia di quanti variamente sostengono che il genio fosse eterosessuale, bisessuale od omosessuale. A scanso di equivoci è bene chiarire subito che non esistono prove determinanti a favore di nessuna delle tre ipotesi, perché nei suoi scritti (o perlomeno in quelli che sono giunti fino ai nostri giorni) il genio non ha fornito indicazioni sulle sue preferenze in materia di sesso, e anche la famosa accusa di sodomia di cui fu oggetto insieme ad altri giovani fiorentini nel 1476 deve essere adeguatamente valutata, giacché una denuncia anonima era spesso un mezzo per colpire una persona contro la quale non esistevano validi motivi di avversione all’infuori di sentimenti di antipatia o invidia o gelosia, oppure uno strumento per creare uno scandalo politico, che in questo caso poteva essere motivato dalla presenza nel gruppo degli accusati di Lorenzo Tornabuoni, parente per parte materna di Lorenzo il Magnifico. Ad ogni modo, sia per la mancanza di testimoni, sia perché con ogni probabilità fra gli imputati erano presenti diversi rampolli di buona famiglia, all’epoca la denuncia venne archiviata senza che si arrivasse mai a mettere in atto un vero e proprio processo.

Il rapporto con il Salaì
Molto si è detto e scritto anche a proposito del rapporto di Leonardo con il Salaì, che nella serie televisiva viene apertamente indicato come il suo amante, un ruolo conquistato dopo aver fatto il suo ingresso nell’abitazione dell’artista in qualità di modello. Il Salaì, al secolo Gian Giacomo Caprotti da Oreno, venne accolto sotto il tetto del maestro durante il primo soggiorno milanese di quest’ultimo, quando il ragazzo aveva appena dieci anni (ed era perciò un bambino e non un giovanotto, come mostrato dalla fiction) e dava dimostrazione di un temperamento particolarmente esuberante e ribelle, tanto che la sua condotta insofferente alle regole gli aveva meritato da parte del genio le qualifiche di “ladro, bugiardo, ostinato, ghiotto”. Assistente ed allievo di Leonardo, fu al suo fianco dal 1490 fino all’ultima parte della vita dell’artista (non seguì però il maestro in Francia) e fu menzionato nel suo testamento, avendo ricevuto in eredità metà di un terreno con una vigna, dove era ubicata una casa in cui abitava già da tempo a Milano. Tra i discepoli di Leonardo non fu di sicuro il più dotato, anzi il suo talento viene perlopiù considerato mediocre, eppure il genio gli fu sempre legatissimo e lo tenne con sé fin quasi ai suoi ultimi giorni, provando per lui un affetto profondo, che ha portato gli studiosi a chiedersi se si trattasse di un sentimento vicino all’amore paterno o ad un’attrazione di tipo erotico. Certo è che se i due coltivarono una relazione di tenore omosessuale non lo fecero alla luce del sole, dal momento che la sodomia all’epoca era considerata un reato gravissimo, punibile con pene estremamente severe, e benché soprattutto in ambito fiorentino fosse largamente praticata non la si poteva sicuramente palesare in pubblico, ragion per cui non può essere assolutamente considerata verosimile la scena della fiction in cui si vede Leonardo baciare un uomo davanti ad altre persone.

Altre questioni
Ma sono state tante le inesattezze e le forzature proposte dalla serie, a cominciare dall’omicidio per il quale Leonardo viene accusato ed arrestato a Milano all’inizio della fiction (la cui narrazione procede per flashback), mai commesso, così come a Firenze non hanno mai avuto luogo la sua incarcerazione in attesa del processo e l’espulsione dalla bottega del Verrocchio a seguito della denuncia per sodomia. Un altro particolare che non corrisponde a verità è che a quel tempo le donne posassero nude o seminude negli studi degli artisti, cosa che era considerata altamente indecorosa e contraria alla comune morale, e allo stesso modo all’epoca non venivano organizzate inaugurazioni mondane come quella che si vede nel terzo episodio per la conclusione del Battesimo di Cristo. Inverosimili appaiono anche molti dei dialoghi nei quali si intrattengono i vari personaggi, plausibili per il lessico moderno se riferiti ad individui che vivono nel XXI secolo, ma totalmente stonati se pronunciati da uomini e donne del Quattrocento, e ancora, specialmente alle orecchie degli spettatori toscani, non può sfuggire l’incongruenza del termine “papà”, usato da Leonardo bambino nei confronti di ser Piero, al posto di un più appropriato “babbo” o “padre”. Omettendo comunque di elencare le ulteriori, numerose imprecisioni disseminate lungo tutto lo svolgimento della trama, per evitare di dare vita ad una lista tediosa di errori ed imperfezioni, in estrema sintesi si può concludere dicendo che un prodotto come questo, che sulla carta veniva presentato come storico, alla fine si è rivelato tutt’altro che fedele alla verità storica, creando negli spettatori meno preparati dal punto di vista culturale confusione ed incertezza, al punto che una parte consistente del pubblico ha in buona fede creduto che i fatti e i personaggi d’invenzione proposti nella finzione abbiano un effettivo riscontro nella realtà. Dispiace anche che per tenere viva l’attenzione e catturare la curiosità della platea televisiva, oltre ad inscenare un delitto che non si è mai verificato, gli sceneggiatori abbiano fatto spesso ricorso a scene ed allusioni riguardanti la sfera sessuale del protagonista, dal momento che un personaggio complesso ed affascinante come quello di Leonardo da Vinci è in grado di offrire molti altri spunti narrativi indubbiamente ricchi di fascino e di interesse. (Barbara Prosperi)

 

Per ulteriori e più specifiche informazioni sulla biografia di Leonardo da Vinci si consiglia la lettura degli articoli raccolti sotto la voce Un viaggio nella vita di Leonardo, pubblicati nel 2019 in occasione del cinquecentenario della morte dell’artista.

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