Nuovo libro su Giovanni Parenti

L'ha scritto Lorenzo Petracchi

È uscito da poco un nuovo libro sul beato Giovanni Parenti, il frate minore vissuto fra il XII e il XIII secolo, la cui figura è profondamente radicata nella storia carmignanese. Secondo le scarne e talora discordanti notizie che sono giunte fino ai nostri giorni sembra che il religioso fosse nato nel castello di Carmignano intorno al 1180 da genitori originari del Mugello, e che dopo avere intrapreso una fruttuosa carriera come uomo di legge avesse deciso di abbandonare le ricchezze e gli onori per servire la Chiesa di Cristo, indossando la veste francescana e abbracciando la povertà. Inviato come ministro provinciale in Spagna, venne poi eletto primo ministro generale dell’Ordine minoritico subito dopo la morte di San Francesco, dopodiché si dedicò alla predicazione in Corsica e in Sardegna, dove fondò alcuni complessi conventuali e dove con ogni probabilità si spense, entro e non oltre il 1250. Il volume, curato dal carmignanese Lorenzo Petracchi, appassionato di storia locale che ha già al suo attivo diverse pubblicazioni, in parte è basato sulla consultazione del materiale raccolto e conservato dalla compaesana Marisa Bocci, a cui era stato consegnato oltre dieci anni fa da padre Ottaviano Giovannetti, e in parte è frutto di una serie di ricerche effettuate in rete, che hanno permesso all’autore di ampliare notevolmente la documentazione iniziale.

Padre Giovannetti, frate minore esperto di storia francescana scomparso di recente, oltre a riunire i testi antichi riguardanti il Parenti all’epoca aveva scritto anche una esaustiva relazione sul beato, rimasta inedita fino a questo momento ed ora data alle stampe da Lorenzo, che nella realizzazione del libro ha coinvolto anche don Giordano Favillini e Silvano Gelli, autori rispettivamente della presentazione e di un capitolo del volume. Nella pubblicazione sono stati riprodotti i documenti storici che parlano di Giovanni Parenti, ma hanno trovato spazio anche le testimonianze orali tramandate dai carmignanesi di generazione in generazione e i ricordi dello stesso Petracchi, che tra le altre cose ha menzionato un dipinto raffigurante il beato di cui oggi si sono perse le tracce, ma che fino alla metà degli anni Quaranta del secolo scorso era collocato nella chiesa di Carmignano sulla mensa dell’altare dedicato a San Francesco d’Assisi. Lorenzo ha inoltre citato i frati minori che lungo i secoli hanno intrattenuto rapporti con il territorio o vi hanno addirittura avuto i natali, a partire da fra’ Ginepro, personaggio sospeso fra realtà e leggenda nominato da sempre come uno dei primi compagni di San Francesco, cui era intitolata la porta di ponente del vecchio castello, per arrivare a padre Anastasio Bocci, che agli albori del Novecento si era prodigato per realizzare un ospedale a Carmignano.

La carrellata dei religiosi prosegue per buona parte del XX secolo con i frati che venivano invitati a predicare in parrocchia in occasione dei momenti forti dell’anno liturgico, quali ad esempio la Quaresima, le Quarant’ore o la ricorrenza del Perdono di Assisi, e con quelli che percorrevano la campagna per elemosinare grano, vino, olio ed altri prodotti della terra. Il loro punto di riferimento era costituito dalla fattoria di Castelvecchio, dove ai questuanti era stata riservata una piccola costruzione, la cosiddetta casina del frate cercatore, composta da una modesta cucina al pian terreno e da una camera spartana al primo piano. In genere essi vi si trattenevano dal mese di settembre, quando cominciava la vendemmia, a quello di marzo, quando al tempo chiudevano i frantoi, e spesso vi tornavano in giugno, per la mietitura e la battitura del grano. Poi, con il tramonto della mezzadria e il conseguente spopolamento delle campagne, tra la fine degli anni Sessanta e il principio dei Settanta, questa antica consuetudine cessò e Carmignano perse il vecchio legame con i frati minori. Allo stato attuale l’unica presenza francescana rimasta in loco è quella femminile delle suore stimmatine che gestiscono l’Istituto Antonio Ricci, situato in fondo al viale Parenti, intitolato al sindaco che ne fu munifico benefattore, una volta scuola materna e adesso struttura dedicata all’accoglienza degli anziani e dei malati.

Quanti fossero interessati a ripercorrere la lunga tradizione francescana del territorio, dai tempi del beato Giovanni Parenti fino alla seconda metà del Novecento, possono acquistare il libro “Beato Giovanni Parenti da Carmignano” di Lorenzo Petracchi presso le edicole Il mondo di Giotto di Carmignano e Pista Rossa di Seano.  (Barbara Prosperi) 

Per saperne di più leggi anche:
San Francesco e Carmignano
Francesco, Bernardo e Giovanni
Due chiese per San Francesco
Il Perdono di Assisi
San Francesco e la quaresima di San Michele
Frate Bocci, all’inizio del Novecento
Un libro su Giovanni Parenti
L’Araldo di Monte Rasu
Un libro su Antonio Ricci

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