Sabato 5 luglio si rinnova l’appuntamento con “Pedalando in sicurezza con Giovanni”, corsa in bicicletta non competitiva che per il quinto anno consecutivo renderà omaggio alla memoria del compianto ciclista pratese Giovanni Iannelli. La pedalata, iniziativa aperta a tutti cui è possibile prendere parte senza obbligo di iscrizione e con qualunque tipo di bicicletta, partirà da Prato alle 9 (il ritrovo è fissato in piazza del Duomo alle 8), attraverserà Poggio a Caiano e si dirigerà verso Carmignano, dopo una sosta in località La Serra durante la quale ai partecipanti verranno consegnate le maglie arancio con l’effigie di Giovanni. L’arrivo è previsto per le 10 davanti al murale dedicato a Iannelli, cui seguirà una breve cerimonia commemorativa in piazza Vittorio Emanuele II.
La manifestazione, organizzata dall’Associazione Dilettantistica Sportiva C.F.F. Seanese con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Prato, Comune di Poggio a Caiano e Comune di Carmignano, intende ricordare ancora una volta la tragica scomparsa di Giovanni Iannelli e tenere accesi i riflettori sul tema della sicurezza nello sport. Giovanni – ne ripercorriamo per sommi capi la vicenda per quanti ancora non la conoscono – era una giovane promessa del ciclismo italiano e il 5 ottobre del 2019 stava disputando una prova del Circuito Elite Under 23 a Molino dei Torti, in provincia di Alessandria. Lungo il rettilineo finale, a poco più di 100 metri dal traguardo, a causa di un contatto tra alcuni corridori sbatté violentemente la testa contro lo spigolo di una colonnina in mattoni e si spense dopo un intervento chirurgico e quarantotto ore di coma profondo.
Il suo decesso è stato più volte definito dal padre, l’avvocato Carlo Iannelli, per molti anni vicepresidente del Comitato Regionale Toscano della Federazione Ciclistica Italiana, una morte annunciata. Nell’ultimo tratto del percorso di gara infatti si trovarono a disputarsi la vittoria quasi ottanta concorrenti lanciati verso la meta alla velocità di circa 70 chilometri orari, in una strada stretta, in leggera pendenza e soprattutto pericolosa, perché transennata soltanto a 40 metri dall’arrivo, prima dei quali non erano state predisposte protezioni e misure di sicurezza per tutelare l’incolumità dei partecipanti. Da allora Carlo si batte affinché vengano riconosciute le responsabilità di chi non ha fatto il possibile per garantire la sicurezza dei ragazzi in competizione, e perché sia finalmente celebrato un processo in merito all’incidente letale nel quale ha perso la vita suo figlio.
“Continuerò a lottare affinché Giovanni non diventi un fascicolo da archiviare in un cassetto – afferma con determinazione l’avvocato Iannelli – e perché i giovani animati dalla sua stessa passione per il ciclismo possano correre in piena libertà senza rischiare di morire in una prova su strada”. “Carlo è un uomo coraggioso e scomodo – gli fa eco Francesco Chiuchiolo della C.F.F. Seanese –, e il fatto che il suo nome e la sua battaglia diano fastidio a molti lo conferma l’indifferenza con cui è stata accolta la sua recente candidatura alla presidenza del CONI, una provocazione apparentemente caduta nel vuoto e ignorata ad arte da chi vuole che le cose non cambino e restino invariate, in una assurda e scandalosa mancanza di rispetto nei confronti di tanti ragazzi pieni di entusiasmo che in una nazione civile non dovrebbe esistere”. (Barbara Prosperi)