Se ne era parlato in maniera velata già due anni fa, e adesso è arrivato l’annuncio esplicito da parte di Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato, storico dell’arte e direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci il primo, storica e presidente dell’Associazione Internazionale Leonardo da Vinci la seconda, impegnati da alcuni anni insieme ad una prestigiosa équipe di respiro internazionale nell’ambizioso “Leonardo da Vinci Project”, nato per cercare il corredo genetico dell’artista: “Abbiamo recuperato oltreoceano una ciocca di capelli che è stata storicamente denominata “Les Cheveux de Leonardo da Vinci”, insieme ad un altro cimelio; questa straordinaria reliquia permetterà di procedere nella ricerca del suo Dna”. Le parole sono di Alessandro Vezzosi, che aggiunge: “Abbiamo saputo di questo reperto circa tre anni fa e abbiamo cominciato a lavorarci sopra per avviare uno studio scientifico serio che ufficialmente prenderà il via il 2 maggio da Vinci”.
La ciocca proviene dalla Francia (dove l’artista è morto il 2 maggio del 1519) ed è accompagnata da un documento che pare attestarne l’autenticità, poi col passare del tempo è approdata negli Stati Uniti d’America, e lì dopo due passaggi di proprietà è stata acquistata da un collezionista, che ha recentemente deciso di inviarla in Italia affinché venga esposta in occasione del cinquecentenario della scomparsa di Leonardo. Il reperto sarà infatti visibile in anteprima mondiale a partire dal 2 maggio a Vinci, nell’ambito della mostra “Leonardo vive”, che segna la riapertura del Museo Ideale dopo alcuni anni di chiusura. Nella stessa data avrà luogo una conferenza durante la quale verrà illustrato il piano di lavoro relativo alla ricerca del codice genetico del genio.
“La sfida – continua Vezzosi – è partire da questo reperto per cercare il Dna di Leonardo. Non abbiamo certezze assolute circa il documento di antica provenienza che attesta l’appartenenza della ciocca a Leonardo – prosegue lo studioso –, tuttavia questo ritrovamento ci stimola a battere la strada per affrontare un tema affascinante”. Nel concreto il corredo genetico ricavato dai capelli sarà confrontato con quello dei discendenti viventi dell’artista (vedi “I discendenti di Leonardo” di Barbara Prosperi), individuati prevalentemente in Toscana, e con i resti rintracciati in alcune sepolture situate sia in Italia che all’estero (per queste ultime si parla di piste che conducono fino alla Francia e alla Spagna).
In riferimento alla ciocca di capelli Agnese Sabato afferma che “è l’elemento che mancava per dare ulteriore concretezza scientifica alle nostre ricerche. Grazie ad analisi genetiche su questo reperto, che saranno incrociate con gli esami sul Dna dei discendenti viventi e delle sepolture che abbiamo individuato negli ultimi anni – conclude la storica –, è ora possibile fare verifiche per la ricerca del Dna del genio, anche in rapporto alla tomba di Leonardo ad Amboise”. Su quella che viene indicata come la sepoltura dell’artista, ospitata nella cappella di Saint-Hubert, effettivamente non esiste la sicurezza che essa ne contenga realmente le ossa, più volte smarrite e ritrovate nel corso dei secoli. (Barbara Prosperi)