L’Araldo di Monte Rasu

Un libro per raccogliere fondi

E’ ancora fresco di stampa “L’Araldo di Monte Rasu (Fra Giovanni Parenti) – Il Beato Giovanni Parenti da Carmignano nella storia, nella leggenda, nella tradizione sarda”, biografia del frate minore scritta nel 1944 da padre Giovanni Battista Demelas, storico, archeologo ed antropologo, la cui riedizione è stata fortemente voluta da Lorenzo Petracchi, appassionato ricercatore e scrittore di storia locale, che si diletta a divulgare sia attraverso la carta stampata che mediante i social network. Il volume, di difficile reperibilità, era stato inviato alcuni anni fa da una biblioteca dell’Università di Sassari alla carmignanese Marisa Bocci, che all’epoca stava svolgendo una ricerca sulla figura del beato, e che nel tempo ha raccolto una corposa documentazione a riguardo, utilizzata in parte dalla storica Daniela Nucci per il recente saggio “Giovanni Parenti. Magister lacrimarum”.

La pubblicazione si concentra in maniera particolare sugli anni che il religioso trascorse in Sardegna, dove una tradizione secolare asserisce che egli abbia concluso la sua vita ed abbia ricevuto la sepoltura nell’eremo di Monte Rasu, nel comune di Bottidda, in provincia di Sassari. Il libro, caratterizzato da un lessico arcaico e pervaso di lirismo, si inserisce nella categoria degli scritti più propriamente agiografici che storici, e ripercorre con dovizia di dettagli l’intenso apostolato svolto da Giovanni Parenti in terra sarda. Secondo la tradizione il beato vi giunse dalla vicina Corsica, e lì divulgando il messaggio di pace, amore e fratellanza tipico dei francescani accrebbe la fede degli isolani, convertì o riavvicinò a Dio tante anime smarrite, operò miracoli, fondò numerosi conventi dell’ordine minoritico, promuovendo anche la diffusione dei terziari, dando continuamente dimostrazione di praticare uno stile di vita improntato alla più autentica santità.

L’Araldo di Monte Rasu” è disponibile presso l’eremo di Montalbiolo, il complesso architettonico che comprende l’antica chiesa di San Lorenzo, affidato dal vescovo di Pistoia alle cure di Sorella Elisabetta, la consacrata che da alcuni anni a questa parte si sta impegnando a far rifiorire la vecchia struttura religiosa, sia organizzando iniziative di carattere spirituale quali incontri di preghiera o approfondimenti su temi legati alla fede o alle sacre scritture, sia occupandosi materialmente dei lavori di restauro di cui necessitano le varie parti del complesso, anche grazie all’aiuto di un nutrito gruppo di volontari molto motivati. Gli utili ricavati dalla vendita del volume saranno interamente destinati alla ristrutturazione dell’eremo, così come è successo di recente con i proventi ottenuti da “Amore dall’eremo”, anche in quel caso pubblicato a proprie spese da Lorenzo Petracchi, e da quest’ultimo donato a Sorella Elisabetta per contribuire a sostenere le necessità della chiesa e della canonica di San Lorenzo. (Barbara Prosperi)

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