Mario Puccini e la Grande Guerra

Omaggio a uno scrittore dimenticato

È stata una serata all’insegna della cultura, della letteratura e della storia quella che si è svolta alla Misericordia di Carmignano il 19 luglio, in memoria dello scrittore Mario Puccini e dell’esperienza da esso maturata nel corso della Grande Guerra, cui fra il 1915 e il 1918 anche il nostro territorio ha dato un doloroso tributo di sangue. Lo ricorda da quasi un secolo la cappella di San Sebastiano, eretta negli anni Venti del Novecento di fianco alla chiesa dei Santi Michele e Francesco, inaugurata nel 1927 alla presenza dell’allora principe Umberto di Savoia e dedicata ai caduti del primo e del secondo conflitto mondiale del comune mediceo, i cui nomi sono incisi a lettere d’oro nelle lapidi di marmo che rivestono le pareti interne dell’edificio.

La figura di Puccini e i suoi diari di guerra sono stati l’oggetto della tesi di laurea in Filologia moderna della carmignanese Annamaria Pagliai, insegnante del comprensorio pratese, che ne ha illustrato il contenuto a fianco del professor Giorgio Petracchi, storico, saggista, e per diversi anni ordinario di Storia delle relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Udine. Mario Puccini, personaggio ancora poco conosciuto dal grande pubblico, è da qualche tempo al centro di una campagna di riscoperta e valorizzazione, che mira a conferirgli la visibilità e la considerazione che gli spettano di diritto. Intellettuale di spessore, profondo, poliedrico, Puccini è stato attivo per buona parte del XX secolo sia come autore sia come editore, critico, traduttore e divulgatore della letteratura italiana in terra spagnola.

Nato a Senigallia nel 1887 da genitori di origini toscane e morto a Roma nel 1957, Mario Puccini cominciò a scrivere all’inizio del Novecento abbracciando la corrente verista di matrice verghiana in aperta contrapposizione al dannunzianesimo dominante al principio del secolo, mettendosi in luce come autore di qualità, apprezzato dagli scrittori e dai critici letterari più attenti e sensibili del tempo. Nel 1915 venne chiamato alle armi, e nel 1916 fu inviato dapprima sul fronte carsico, poi sull’altopiano di Asiago, e infine di nuovo sul Carso. La partecipazione alla guerra lo portò a scrivere un corposo numero di articoli per quotidiani e riviste, in cui tra le altre cose raccontò la ritirata di Caporetto, poi raccolti in tre diversi volumi, riveduti e corretti col passare del tempo.

L’iniziativa è stata realizzata con il patrocinio della Fraternita di Misericordia e del Comune di Carmignano, ed introdotta dall’assessore alla Cultura del Comune di Carmignano Stella Spinelli. (Barbara Prosperi)

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