Domenica 14 settembre nella chiesa di San Pietro a Seano, nell’ambito della manifestazione “Aspettando la Festa Grossa”, è stato presentato il dipinto che l’artista Lisa Londi ha dedicato al Santissimo Crocifisso. L’opera, realizzata a tecnica mista su tela, ritrae la scultura lignea collocata alle spalle dell’altar maggiore, oggetto di una profonda devozione popolare che affonda le sue radici nei secoli. Di recente il crocifisso è stato al centro di una tesi di laurea, discussa dalla seanese Giulia Spada, che ha proposto di attribuirne la paternità allo scultore trecentesco Nino Pisano, ed ha poi subìto un importante intervento di restauro che ha permesso di recuperarne l’aspetto antico e di migliorarne la leggibilità.
La Londi, che vanta un legame di sangue con il pittore Alberto Moretti e ha manifestato uno spiccato talento artistico fin da piccola, si è diplomata all’Istituto Statale d’Arte Policarpo Petrocchi di Pistoia; oggi lavora prevalentemente nell’ambito della decorazione, ma ha al suo attivo importanti mostre di pittura in Italia e all’estero, avendo esposto alla Biennale d’Arte di Firenze e alla Triennale d’Arte di Parigi e avendo collaborato con la Agora Gallery di New York. Ha ricevuto l’incarico di eseguire il quadro ispirato al Santissimo Crocifisso dal Comitato Festa Grossa circa nove mesi fa, in previsione dell’udienza papale cui la parrocchia di Seano aveva programmato di partecipare in primavera, con l’intenzione di fare dono del dipinto al pontefice.
L’udienza è poi stata annullata per il ricovero in ospedale di papa Francesco, e in seguito alla sua scomparsa l’iniziativa è stata rimandata a data da destinarsi, con il proposito di portare l’immagine del crocifisso al nuovo pontefice. “La mia è una delle famiglie storiche di Seano, siamo gente di fede, abbiamo sempre partecipato alle attività parrocchiali e alla Festa Grossa – ci confida Lisa all’indomani della presentazione del quadro –, dunque non posso che sentirmi onorata di avere ricevuto questa commissione. Ringrazio Elena Lucarelli e tutto il comitato per l’invito che mi hanno rivolto e per la fiducia che hanno riposto in me. Ho cercato di portare a termine l’incarico con impegno e con amore, dando il meglio di me, pensando anche alla destinazione dell’opera”.
“Prediligo la pittura materica, quindi ho steso sulla tela uno strato di gesso su cui sono poi passata a dipingere la figura del Cristo, inoltre ho inserito anche della ruggine, un materiale che vuol essere un richiamo ai chiodi con cui fu crocifisso Gesù, e che rende bene l’idea del passare del tempo che corrode ogni cosa – ci spiega l’artista –. Anche nel campo della decorazione mi piace particolarmente conferire una patina di antico agli ambienti in cui lavoro”. “Per la cornice ho utilizzato delle tavole di legno ricavate da delle vecchie panche della chiesa, molto consumate – prosegue la Londi –, che mio padre aveva conservato in soffitta, e che oltre a rappresentare uno spaccato di vita della parrocchia hanno contribuito ad accrescere il senso di usura che volevo ottenere”.
“Questo particolare è stato molto apprezzato dai miei compaesani, che hanno dimostrato di essersi affezionati subito al dipinto, tanto che non è ancora stato deciso se verrà davvero portato a papa Leone o se verrà lasciato in chiesa, dove al momento è esposto sul cavalletto dell’inaugurazione”, aggiunge Lisa, per poi concludere: “Personalmente non mi dispiacerebbe che rimanesse qui, dove potrebbe continuare a dialogare con l’originale e ad essere contemplato dai fedeli, mentre probabilmente in Vaticano finirebbe per perdersi in mezzo a tante altre opere d’arte, ad ogni modo io posso solo dire che l’ho donato alla parrocchia e che saranno altri a doverne stabilire la destinazione finale”.
Qualcuno sta già interpretando il rinvio dovuto alla morte di papa Francesco come un segno soprannaturale, proprio come quando – tanti secoli fa – il carro che trasportava la scultura, che secondo una vecchia tradizione orale doveva essere consegnata alla pieve di Bacchereto, fu costretto a fermarsi a Seano per cercare riparo da un violento temporale. Tutte le volte che il cielo sembrava rasserenarsi il carro si preparava a rimettersi in cammino, ma appena le ruote si muovevano ricominciava a diluviare, così che alla fine il singolare avvenimento fu interpretato come una manifestazione della volontà divina e il crocifisso non fu più spostato dalla chiesa di San Pietro. (Barbara Prosperi)
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