Libri di casa nostra, “L’importanza di chiamarsi Bloody Mary”

Il 26 novembre la presentazione

Il terzo libro di Patrizia Torsini, “L’importanza di chiamarsi Bloody Mary”, è tutto un enigma da scoprire e come ogni enigma che si rispetti si risolve solo alla fine. La scrittrice carmignanese, appassionata lettrice col comodino ricolmo di volumi, ha già all’attivo altri due libri, “Acqua alla gola” edito da Porto Seguro e pubblicato nel 2015 e “Killer on the road” edito sempre da Porto Seguro e pubblicato nel 2017. L’abbiamo incontrata virtualmente e ci ha raccontato la genesi del suo terzo lavoro, che sarà per la prima volta presentato in terra carmignanese venerdì 26 novembre alle 21.30 al circolo ricreativo Ariodante Naldi di Poggio alla Malva.

“Il libro è stato pubblicato a luglio 2020 dall’editore Jolly Roger – racconta l’autrice – ed è stato presentato la prima volta al Café de Paris di Firenze e successivamente, a causa della pandemia, solo tramite presentazioni online e sul canale TVL”. Al pari dei due romanzi precedenti, anche il terzo si inserisce nel genere letterario thriller. Sempre ambientato in Toscana, segna un viaggio a ritroso rispetto alla trama di “Killer on the road” che tracciava un tragitto da Firenze e Prato verso il mare. In questo caso si torna indietro, dalle Alpi Apuane verso Prato e Firenze.

“Pur svolgendosi ai giorni nostri – continua la Torsini – questo libro ha continui rimandi al passato, che è rappresentato da due figure storiche realmente esistite, ovvero la scrittrice romantica inglese Mary Shelley, autrice di ‘Frankenstein’, e Bianca Cappello, amante e moglie del granduca di Toscana Francesco I de’ Medici, che abitò la villa medicea di Poggio a Caiano dove morì in circostanze misteriose”. Le due donne dalla biografia enigmatica compaiono nella trama come personaggi storici rievocati e come apparizioni fantasmatiche.

Il libro quindi è pieno di stranezze (alcune spontanee ed altre costruite) e di doppi sensi, a partire dal titolo. “L’importanza di chiamarsi Bloody Mary” richiama infatti l’opera teatrale di Oscar Wilde, “L’importanza di chiamarsi Ernest”, in cui Ernest viene tradotto in italiano sia come Ernesto sia come onesto, proprio a sottolineare la peculiare ambivalenza. Allo stesso modo Bloody Mary della Torsini si ricollega alla figura di Mary Shelley e ad un famoso aperitivo, menzionato all’interno di un capitolo. Inoltre nel libro vi sono anche numerosi personaggi provenienti dal mondo del teatro, che costituiscono un ennesimo aggancio con la pièce di Oscar Wilde e col tema della finzione.

“Scrivere questo libro ha richiesto due anni di lavoro – conclude la Torsini – ma per me la scrittura è un mezzo espressivo, che ho scoperto qualche anno fa e che mi permette di combattere i ritmi frenetici della vita quotidiana”. L’appuntamento a Poggio alla Malva sarà ad ingresso gratuito, con esibizione obbligatoria del green pass. (Valentina Cirri)

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