L’anello della Fontina

Sette chilometri da fare a piedi

Per gli amanti del camminare all’aria aperta, magari lungo fiumi e torrenti e con sorgenti di acqua fresca da sorseggiare, la notizia sarà sicuramente ben accolta. Ai sentieri già battuti adesso potranno aggiungere l’anello della Fontina (ovvero la fonte storica di Comeana), inaugurato il 24 settembre scorso: un itinerario escursionistico di 6,7 chilometri e 260 metri di dislivello totale, che inizia da Comeana e termina al borgo medievale di Artimino, attraversando anche un tratto della Via Medicea che collega Prato a Fucecchio e un tratto di Via degli Etruschi, da Artimino al parco delle Cascine di Tavola.

L’anello della Fontina, realizzato grazie al lavoro congiunto degli esperti dell’Ecoistituto delle Cerbaie, rientra nelle cosiddette “Vie dell’acqua”, ovvero itinerari escursionistici che collegano anche fonti storiche e corsi d’acqua che nei secoli hanno avuto un ruolo di rilievo nel territorio del Montalbano.

Il tragitto, ben segnalato, è facilmente percorribile nel corso di tutto l’anno ma è sconsigliato dopo piogge abbondanti o nelle calde giornate estive. Le prime indicazioni si trovano nel parcheggio di via Rossini a Comeana, dove sono riportate le specifiche tecniche del percorso ed i principali luoghi di interesse storico e naturalistico dislocati sul cammino, tra cui si segnalano il borgo e la villa medicea La Ferdinanda ad Artimino, il parco della Fontina, un ponte ad arco romano, mulini e pescaie lungo il rio Elzana ed il lavatoio di via Le Fonti.

Questo lavatoio ha rappresentato, fino agli anni Sessanta del Novecento, una vera e propria fonte di rifornimento di acqua per le persone che abitavano nella via e nelle zone circostanti: le donne, infatti, andavano a lavare i panni pompando l’acqua dal pozzo e versandola nella mezzina che attaccavano al gancio ritorto della fontana. Inoltre, considerato che l’economia familiare veniva integrata proprio dal lavoro artigianale femminile, in particolare la piccola lavorazione della paglia, il lavatoio serviva anche come recipiente per tenere a bagno la rafia prima di intrecciarla a mano. Proprio in prossimità di questo luogo ha abitato, per tanti anni, Realma Toccafondi, fattorina delle trecce, che ha dato lavoro a tante donne della frazione di Comeana: circa 88 su 115 secondo un censimento dei mestieri del 1812.

In prossimità del parco della Fontina un cartello descrive la flora e la fauna dell’ambiente circostante, fornendo alcune informazioni anche sul rio Elzana, come la presenza nelle acque del granchio di fiume. L’antica fonte di acqua, che al parco dà il nome,  già nei secoli scorsi era riconosciuta come una sorgente di acqua particolarmente salubre e dotata di proprietà diuretiche. Tra i primi a scriverne, nel 1740, è stato il medico e naturalista Giovanni Targioni Tozzetti, che nell’opera “Relazioni di alcuni viaggi fatti in alcune parti della Toscana” la descrive così: “alle falde del monte di Artimino, accanto al mulino del Barco, in un pezzo di bosco di proprietà del signor Dottore Zanchi Pomi Cancelliere dell’archivio generale di Firenze, da certi massi di pietra forte e filoni di Margone, scaturisce una polla d’acqua fredda, limpida, senza odore e sapore veruno, ma leggerissima e passante o diuretica quanto quella di Pisa e della Villa, come hanno dimostrato parecchie esperienze fattene”.

L’anello della Fontina rappresenta, a livello locale, un primo tassello per promuovere la rete sentieristica ed il turismo lento, che permetterà anche alle persone del posto di scoprire emergenze storiche e naturalistiche, e valorizzare imprese, ristoranti e aziende agricole. Ma non è finita qui: infatti, il comune di Carmignano sta già lavorando alla realizzazione di un secondo itinerario tematico che seguirà lo stesso filone. Il prossimo percorso, a cavallo tra Carmignano e Quarrata, avrà come siti salienti il Parco Museo Quinto Martini di Seano, il borgo storico di Tizzana e il torrente Furba. (Valentina Cirri – foto di Alessio Cirri)

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