A Carmignano, nella centralissima piazza Vittorio Emanuele II, c’è un piccolo museo dove il protagonista è il vino e dove il vino diventa poi un pretesto per raccontare delle genti che abitano ed hanno abitato Carmignano, della loro storia e cultura, della mezzadria e di una civiltà contadina oramai scomparsa. All’interno, la sera, si organizzano corsi e serate di degustazione.

Le sale si susseguono in parte di quelle che furono le cantine Niccolini, da dove all’inizio del secolo scorso copiosi carichi di vino partivano verso la Svizzera, la Germania e perfino oltre oceano. A gestire il museo, di proprietà dell’amministrazione comunale, è la Pro loco di Carmignano.
Nella sale ci sono antichi attrezzi agricoli, ma anche tante informazioni frutto di ricerche di archivio. Carmignano è del resto terra di antiche tradizioni vinicole. Grazie ad un bando granducale del 1716 di un Medici. Cosimo III, è tra la Doc ante litteram più antiche d’Europa. Forse la più antica.

Sulle pareti si susseguono le citazioni che di questo vino hanno fatto nei secoli letterati illustri e meno illustri, pittori e poeti. Non mancano le curiosità – esposta c’è la collezione Melis, ottocento bottiglie da tutto il mondo, vecchie anche un secolo – e allo studio ci sono postazioni multimediali dove iniziare un altro viaggio, stavolta virtuale.

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