Il nostro passato: gli Etruschi

Artimino e tutto il Montalbano erano un crocevia importantissimo. Nel porto fluviale ai piedi della collina, con l’Arno che era navigabile, arrivavano le navi dal mare. Vi passavano le carovane che giungevano dal senese e volterrano. E da lì si risalivano i monti dell’Appennino verso la pianura padana. Grazie ad una così felice posizione geografica non poteva non svilupparsi un ricco e fiorente centro abitato etrusco.

Gli anni d’oro furono quelli a cavallo del settimo secolo avanti Cristo: il cosiddetto periodo orientalizzante. E di quel periodo rimangono le straordinarie e stupende architetture. Ma la presenza dei “tusci” è attestata fino al I secolo a.C..

L’Artimino etrusca si sviluppava sui deboli rilievi ora occupati dal borgo medievale e dalla maestosa villa medicea “La Ferdinanda”, dove probabilmente si trovava l’acropoli della città visto il rinvenimento della fondamenta di un tempio. Più in basso, verso Prato Rosello, si estendeva una vasta necropoli ed un’altra doveva trovarsi dove oggi sorge la pieve medievale di San Leonardo, gioiello di architettura romanica. C’erano tombe anche vicino alle mura, in località Grumolo, e nella piana sottostante verso Comeana. Punto di riferimento e di controllo strategico del territorio, di fronte ad Artimino, era infine l’insediamento di Pietramarina sulla sommità della propaggine meridionale del Montalbano.

Gli scavi a Carmignano sono iniziati nel 1965 e tuttora proseguono. C’è anche un museo archeologico e visitare le sue sale, assieme alle necropoli sparsi per il territorio, rappresenta una tappa indispensabile per accostarsi alla storia dell’antica Etruria settentrionale interna. I colori di questo viaggio sono il nero del bucchero ed il bianco, altrettanto abbacinante, dell’avorio lavorato. (wf)

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