Passeggiare tra storia e natura

… una passeggiata in mezzo alla campagna, alla scoperta (o riscoperta) delle fonti d’acqua del Montalbano, delle ville medicee, dei suoi tesori e siti archeologici e delle antiche abbazie che ancora oggi sopravvivono lungo i sentieri da trekking inaugurati dalla Pro Loco nel settembre del 1999. Quattro diverse proposte, da percorrere tutte d’un fiato o a più riprese (anche intersecabili tra loro), di cui sono disponibili all’ufficio turistico della Pro Loco in piazza Vittorio Emanuele II a Carmignano depliant e mappe dettagliate.

Questi quattro sentieri sono davvero l’ideale nelle prime giornate di sole di primavera o d’estate, per chi ama camminare ma ha pure una grande passione per la storia.

Potrete scegliere la pista degli insediamenti etruschi di Montefortini a Comeana, Prato Rosello o del paleolitico superiore nella vicina Poggio alla Malva, fino ad arrivare sulla sommità di Pietramarina fermandovi magari prima al Museo Archeologico di Artimino. Un anello di dieci chilometri che sale da 55 metri fino a 250 sul livello del mare, per poi di nuovo ridiscendervi. Oppure potrete seguire gli itinerari delle antiche abbazie, rivivendo in parte le emozioni degli antichi pellegrini che colti dalle tenebre nei boschi del Montalbano, allora non troppo ospitali dopo il tramonto del sole, trovavano spesso ristoro e rifugio in questi eremi. Il percorso è in assoluto il più impegnativo: diciassette chilometri da Carmignano ancora fino a Pietramarina (da 180 a 408 metri sul livello del mare), visitando oltre alla chiesa parrocchiale del capoluogo che ospita al suo interno la “Visitazione” del Pontormo, interessante opera manierista, tutta una serie di piccole ed a volte minuscole pievi come San Lorenzo a Montalbiolo, Santa Cristina a Mezzana, San Leonardo ad Artimino, San Martino in Campo, Verghereto e San Giusto. Se la distanza vi spaventa, potrete comunque suddividere la passeggiata in più giorni.

Lo stesso consiglio vale per i sentieri legati alle ville ed emergenze medicee: più di dodici chilometri con ripetute salite e discese. In questo caso non si tratta poi neppure di un anello. Si parte dalla villa medicea di Poggio a Caiano – la villa “Ambra” voluta da Lorenzo Il Magnifico sul finire del Quattrocento e disegnata dal San Gallo – per arrivare all’altra ed altrettanto maestosa residenza di campagna dei granduchi: la villa “La Ferdinanda” cosidetta “dai cento camini”, che sorge vicino all’entrata della riserva di caccia del Barco (4.000 ettari per 52 km di muro, di cui ne rimangono visibili solo 29) la quale fu costruita per il piacere di Ferdinando I tra il 1596 ed il 1600, su disegno del Buontalenti. Santa Cristina a Mezzana, paese avvolto dalla campagna Nel mezzo Bonistallo, l’acquedotto e i condotti medicei sopra la Serra, la fattoria “Le Ginestre”. L’itinerario prosegue fino a ridosso dell’Arno, dove in località Pineta sorge la porta del Barchetto. Costruito circa 70 anni prima del Barco Reale, esso racchiudeva particolari daini pregiati ed altri preziosi animali.

L’ultimo sentiero (sette chilometri, ma anche questo non è un anello circolare) è quello delle fonti d’acqua: un classico per chi ama la natura. I sentieri ne mettono in collegamento ben sedici, disseminate in mezzo ai boschi e la campagna tra i 50 e i 480 metri sul livello del mare. Si parte da “La Fontina” a Comeana per arrivare alla fonte del lago di Castagnati a Seano: nel mezzo altri nomi che trasudano frequentazioni vecchie di secoli ed origini a volte bizzarre come Nocchio, Bruceto, Gattice, Pillino, Fornia, Docciolina, Scodellino e tanti altri ancora. La passeggiata può diventare così anche un viaggio tra le curiosità della nostra lingua e dei nostri dialetti Gambe in spalla, dunque. E buon divertimento! (wf)

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