Un santo patrono e tre pievi

La prima chiesa di Carmignano (oggi del tutto scomparsa) si trovava, come le prime case del borgo, addossata alla Rocca. Sorgeva quasi al vertice del colle ed era consacrata a San Iacopo, patrono degli invisi dominatori pistoiesi. Con la crescita della popolazione fu sentita però la necessità di costrurne una seconda. E fu intitolata a San Michele, santo il cui culto era particolarmente sentito presso le genti longobarde (i “lombardi”) che abitavano a Carmignano.

La “pieve vecchia” (anch’essa scomparsa ed edificata nel XII secolo subito fuori la porta del castello, dove ora sorge una vecchia colonica) fu insieme al vicino palazzo pretorio – e per parecchi anni -il fulcro della vita del comune di Carmignano. Nel 1749 fu però demolita e la pieve di San Michele fu ospitata nell’oratorio di San Biagio, di proprietà dei Rucellai, di fianco alla villa che la ricca famiglia aveva pressapoco dove oggi sorge la piazza principale di Carmignano.

Ma San Michele doveva presto di nuovo traslocare. Nel 1782, soppresso il convento di San Francesco al Bosco nell’ambito delle riforme leopoldine, la pieve fu trasferita dove oggi ancora rimane. Ed è tuttoggi la sola chiesa del capoluogo. Certo all’epoca il paesaggio urbano doveva essere assai diverso. Dove in piano sorge ora il paese di Carmignano, si racconta, esisteva un ombroso bosco di castagni – da cui prese appunto nome anche il convento – e sorgevano nel bosco numerose polle di acqua freschissima. (wf)

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