I colori dei rioni

Quattro sfilate per altrettanti rioni, dove i colori – giallo, verde, celeste e bianco – sembrano scelti a caso ma tanto casuali in fondo non sono. Lo raccontava alcuni anni fa Mauro Bindi, “storico” della festa di San Michele e custode di tanti aneddoti. All’inizio nel 1932 si tentò di coinvolgere tutte le frazioni del Comune. Poi nel 1934 nacquero i rioni così come oggi, più o meno, li conosciamo. “Riguardavano Carmignano e le frazioni più vicine – spiega Bindi – : Montalbiolo, la Vergine, La Serra, Santa Cristina a Mezzana, Verghereto”. Negli anni Novanta si è aggiunto un pezzo di Seano.

“I colori – racconta ancora Bindi – volevano essere rappresentativi delle località a cui furono attribuiti”.  Perché il rione giallo avesse un leone nello stemma è facile intuirlo: la contrada ospita il palazzo comunale e il leone è lo stesso del Comune.   “Il colore, giallo come l’oro – racconta – voleva invece evocare la ricchezza dei suoi abitanti. Nel centro storico vivevano infatti allora le persone più abbienti e i commercianti del paese”. Lo stesso meccanismo portò a scegliere il verde per il rione dell’arte, quello che comprendeva la parte bassa del paese, dall’attuale via Bicchi a via fratelli Buricchi, via dell’Arte, via Mazzei e via del Ceppo. “Il verde – prosegue ancora Mauro – è il colore della povertà e della speranza e nella contrada viveva infatti la parte meno abbiente della popolazione”. Più facile capire il perché del celeste nel caso della contrada dell’Arcangelo: la chiesa di San Michele è infatti parte del rione e per la contrada, che oggi comprende la Serra, Montalbaiolo, il Bagno , i Renacci, via Modesti e fino agli anni Sessanta anche via Chiti, furono scelti i colori del santo. “Il bianco della contrada della Torre – conclude Mauro – evoca invece la pace: la parte del paese che dalla Rocca si estende fino a Santa Cristina a Mezzana era difatti la più agricola e serena. O forse fu scelto il bianco semplicemente perché bianca era la torre campanaria che tuttora domina dall’alto il paese”.  Per nessun rione naturalmente fu scelto il rosso, “politicamente sconveniente” in quel periodo. (w.f.)

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