La storia del Biscottificio Bellini

Vino, olio, fichi secchi e non solo. Tra le eccellenze enogastronomiche del territorio figurano infatti anche i prodotti del Biscottificio I’ Fochi di Carmignano, uno degli esercizi storici del comune mediceo, tramandato attraverso tre generazioni per 128 anni. Conosciuta in tutta la provincia e rinomata per la pasticceria secca, l’attività è stata fondata nel 1897 da Giovanni Bellini, che dopo aver frequentato dei corsi di cucina in Liguria rientrò nel paese natale e rilevò una vecchia drogheria. Il nome del negozio deriva proprio dal fondatore dell’attività, che avendo un carattere impetuoso era soprannominato appunto I’ Fochi. Per qualche tempo Giovanni portò avanti la vendita caratteristica delle drogherie dell’epoca, che commerciavano spezie, generi alimentari di vario tipo e più in generale articoli per la casa, similmente a piccoli empori dove si poteva trovare di tutto, dal sapone al carburante, poi cominciò a realizzare prodotti dolciari, specializzandosi nella preparazione dei biscotti. Sua la creazione dei cantucci alle mandorle e degli amaretti di Carmignano, ancora oggi punta di diamante dell’esercizio.

Dopo la prematura scomparsa di Giovanni e della moglie, morti in giovane età, il figlio Giuseppe si trovò improvvisamente a capo della famiglia e del negozio. Giuseppe aveva appena diciassette anni ed era il primogenito e l’unico figlio maschio, seguito da tre sorelle. Dimostrando forza d’animo e capacità, il ragazzo proseguì l’attività di famiglia, ampliando negli anni la produzione della pasticceria con nuovi articoli fra i quali il famoso coccodrillo, un dolce a base di pasta frolla, innaffiato di Marsala, farcito di crema e coperto di cioccolata. A quei tempi si veniva avviati presto al lavoro, tanto più se in casa era presente un’attività a conduzione familiare. Anche il figlio di Giuseppe, Giovanni, pur essendo nato e cresciuto in un contesto storico e sociale diverso e avendo conseguito un diploma da odontotecnico, ha iniziato a prendere confidenza con il forno e la bottega in tenera età. Per diversi anni ha esercitato la professione odontotecnica, affiancando parallelamente il padre nella pasticceria, finché nel 1985 ha deciso di dedicarsi esclusivamente a quest’ultima. È diventato titolare dell’impresa nel 1995, in seguito al decesso di Giuseppe.

Seguendo la tradizione di famiglia, anche Giovanni ha incrementato l’offerta della pasticceria, introducendo nella produzione del forno gli amaretti con il rum e i biscotti con i fichi, in omaggio ad uno dei prodotti più rappresentativi di Carmignano. Col passare del tempo ha anche dato lavoro a tre dipendenti, Filippo, Chiara e Alessandra, che lo hanno aiutato a mandare avanti l’attività, dividendosi tra il laboratorio nel retrobottega e il bancone del negozio. Nel 2025, maturata ormai da qualche anno la pensione e tagliato il traguardo dei settant’anni, ha deciso di ritirarsi e di godersi il meritato riposo. “Dopo tanto tempo avevo un po’ perso l’entusiasmo ed era subentrata una certa stanchezza – ci confida serenamente Giovanni in un bel pomeriggio di inizio autunno –, allora ho preso la decisione di affidare l’esercizio ad altre mani. Non è stata una scelta facile – continua –, ma ad un certo punto bisogna rendersi conto che ci si deve anche fermare e forse è giusto farlo quando le cose vanno bene”.

In effetti Giovanni ha lasciato un’attività florida, in piena salute, e di recente ha ricevuto anche dei prestigiosi riconoscimenti. Nel 2023 il portale internazionale TasteAtlas, una sorta di guida gastronomica online basata sulle recensioni di utenti che scrivono da tutte le parti del globo, ha collocato gli amaretti italiani al diciassettesimo posto nella classifica dei cinquanta biscotti più buoni del mondo; nel marchio, collettivo, sono comprese anche le varianti toscane di Santa Croce sull’Arno e Carmignano. Poi nel 2024 Confartigianato Prato, nel corso di una serata che si è svolta nella suggestiva cornice del Castello dell’Imperatore, ha premiato il Biscottificio Bellini come l’azienda che in tutta la provincia si è maggiormente distinta nel campo della tradizione. Un legame di lunga data quello che unisce la bottega del Fochi e la città di Prato, avviato nel 1977, quando Giuseppe entrò a far parte del Consorzio Pasticcieri Pratesi, nato per tutelare, valorizzare e promuovere i prodotti dolciari della provincia.

Il passaggio di consegne è avvenuto nel segno della continuità: confermati oltre al nome del negozio la gamma e le ricette dei prodotti e i tre dipendenti, che già da tempo avevano gradualmente sostituito il titolare nella realizzazione dei biscotti e dei dolci: “Negli ultimi anni mi limitavo a dare le direttive e a supervisionare il lavoro dei ragazzi – spiega infatti Giovanni -, quindi la loro presenza nel laboratorio continuerà a garantire la qualità della produzione”. “Una produzione che è destinata a crescere – aggiunge infine –, considerato che i nuovi gestori hanno aumentato il numero dei forni e rinnovato inoltre tutti i macchinari”. Nel punto vendita di via Roma 10, da cui sono stati rimossi svariati ricordi della famiglia Bellini e che si presenta ora con un aspetto più essenziale, sono rimaste esposte circa ottanta bottiglie di vin santo, che appartengono alla collezione privata di Giovanni e che coprono un arco temporale di circa sessant’anni (la più antica è datata 1936). Un duplice omaggio alla vocazione enologica del territorio e ai tempi in cui dal Fochi era attivo anche il servizio di mescita. (Barbara Prosperi)

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